Ieri, con l’inizio a tutti gli effetti della tanto agognata fase 2, anche gli autotrasportatori, dopo quasi tre mesi di lockdown, potranno finalmente tornare a mangiare nei ristoranti e nelle trattorie, senza alcune limitazione e, più importante, discriminazione. Negli scorsi mesi i camionisti si erano dovuti confrontare con committenti che vietavano l’accesso ai locali per paura del contagio o con clienti che non pagavano nemmeno le consegne di gennaio e febbraio (antecedenti alla pandemia) con la scusa della crisi e della mancanza di liquidità. Ma non solo.

ristoranti e trattorie

Ristoranti e trattorie, per i camionisti una situazione complessa

Ad aggravare la situazione, infatti, era arrivata anche la scelta di numerosissimi ristoranti e trattorie che, spaventati dalle possibili multe per la mancata osservanza delle misure contenitive, avevano interrotto le consegne dei pasti presso le cabine dei camionisti, mentre questi erano in attesa nei parcheggi delle attività, rispettando – è giusto sottolinearlo – tutte le linee guida prescritte, dal distanziamento sociale al corretto utilizzo dei dpi. Una situazione allucinante che le associazioni di categoria non hanno mai smesso di rimarcare, scrivendo alle istituzioni più volte affinché si giungesse ad un compromesso che, alla fine e per vie traverse, soprattutto grazie al miglioramento della situazione epidemiologica, è arrivato.

Le linee guida per i luoghi di ristorazione contenute nel Dpcm 17 maggio

“Le presenti indicazioni – esordisce la scheda tecnica contenuta nel Decreto – si applicano per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali), nonché per l’attività di catering (in tal caso, se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di una organizzazione aziendale terza, sarà necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte da tale organizzazione)”.

Ecco quindi tutte le linee guide per i luoghi di ristorazione indicate nel Dpcm del 17 maggio, affinché possano essere garantite tutte le misure di sicurezza adeguate ai clienti.

  • Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità.
  • Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C.
  • È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno.
  • Negli esercizi che dispongono di posti a sedere privilegiare l’accesso tramite prenotazione, mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. In tali attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere.
  • Negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra le sedute.
  • Laddove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro.
  • I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
ristoranti e trattorie
  • La consumazione al banco è consentita solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.
  • La consumazione a buffet non è consentita.
  • Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idro-alcoliche (prima di ogni servizio al tavolo.
  • Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria.
  • La postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche, possibilmente al tavolo.
  • I clienti dovranno indossare la mascherina tutte le volte che non si è seduti al tavolo.
  • Al termine di ogni servizio al tavolo andranno previste tutte le consuete misure di disinfezione delle superfici, evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, ecc). Per i menù favorire la consultazione online sul proprio cellulare, o predisporre menù in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere.

A margine della scheda tecnica viene specificato che la Regione Campania, in base alle ordinanze locali, “ritiene che la distanza di un metro vada calcolata dal tavolo”.

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