“La transizione energetica è uno dei pilastri della nostra strategia. L’unica problematica che avevamo finora era una gamma di veicoli elettrici piuttosto limitata. Con questo roadshow vogliamo mostrare la nostra gamma completa di veicoli che permettono di coprire tutte le necessità dei clienti, con anche un’autonomia superiore rispetto a prima”.

Ronan Mouchel, direttore generale di Petit Forestier Italia, ci ha accolto lo scorso 3 aprile nel corso del roadshow organizzato proprio per presentare la nuova gamma di veicoli elettrici che il colosso francese del noleggio mette a disposizione dei clienti italiani interessati al trasporto a temperatura controllata. Una gamma ampia, che parte dal Fiat Doblò in versione furgone, comprende il Fiat Scudo furgone e cassone, il Renault Master con batteria maggiorata, l’eDaily furgonato e cassonato con massa fino a 7,2 ton e poi il Renault Trucks E-Tech da 16 ton che permette di caricare fino a 15 europallet.

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A sinistra, il direttore generale di Petit Forestier Italia, Ronan Mouchel, insieme a Sylvain Boissy, responsabile commerciale Lombardia Nord

Parla il direttore generale di Petit Forestier Italia

“Sui veicoli a temperatura controllata abbiamo ora davvero un’ampia possibilità di scelta”, continua Mouchel, “con veicoli in grado di garantire autonomia effettiva tra 200 e 350 chilometri. Siamo già un riferimento in Italia sui veicoli frigo 100% elettrici, con già una cinquantina di mezzi in utilizzo. Adesso però possiamo davvero sferrare la nostra offensiva”.

Oltre ai veicoli, in questi anni avete anche acquisito maggiore esperienza? In che modo intendete metterla a frutto?

“Negli ultimi 4 anni abbiamo accumulato molta esperienza in Italia, con veicoli a emissioni zero che noleggiamo a tanti professionisti, GDO e altri clienti coinvolti nella catena alimentare. Per esempio sul versante dell’autonomia. Quando si parla di veicoli a temperatura controllata, avere un’idea dell’effettiva autonomia del veicolo non è semplice.

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Il nostro approccio si fonda, per esempio, sul reparto di R&S del nostro carrozziere Lecapitaine che cerca di trovare delle soluzioni per accelerare la nostra transizione energetica. Nel concreto, queste soluzioni mirano a ottimizzare il carico utile e l’autonomia dei veicoli sulla base delle esigenze dei clienti”.

Un esempio concreto?

Sull’eDaily che abbiamo di recente introdotto, abbiamo sviluppato l’allestimento chiamato Urban, mostrato a Tuttofood lo scorso anno, che è già disponibile e non più un prototipo. I veicoli sono stati collaudati in Francia e le performance sono molto incoraggianti, a livello sia di portata utile, sia di autonomia complessiva del veicolo”.

Infrastrutture, portata utile e autonomia

Parlando di veicoli elettrici, quali sono le principali esigenze che esprimono i vostri clienti?

“La prima questione è quella delle infrastrutture, quindi le colonnine di ricarica: come e dove caricare i veicoli e con quale tecnologia. Per questo affianchiamo i nostri clienti con un servizio di consulenza aggiuntivo e mettiamo a disposizione anche dei carrellini per la ricarica mobile e veloce dei veicoli.

Un altro problema molto sentito è quello della portata utile dei veicoli elettrici, diversa da paese a paese. L’esperienza che stiamo accumulando ci consente di dare consulenza ai clienti anche in questo senso. Quindi, la questione dell’autonomia, che dipende da tante variabili che difficilmente possono essere riassunte da un dato: temperatura, stile di guida, percorso, condizionamento del veicolo e tante altre variabili.

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Nel futuro utilizzeremo la telematica per fornire le statistiche sullo stile di guida dei clienti, così da spiegare perché l’autonomia effettive può essere inferiore e, soprattutto, cosa fare per aumentarla”.

L’Italia nell’orbita del gruppo francese

Cosa rappresenta l’Italia per Petit Forestier quando si parla di mobilità elettrica, e quali sono le prospettive di crescita?

“In Italia c’è una questione infrastrutturale tutta da definire e sicuramente da affrontare. Tuttavia, per noi di Petit Forestier quello italiano rimane un mercato molto importante anche sull’elettrico, con i clienti che continuano a dimostrare grande curiosità. Nei prossimi anni saranno sempre di più le città che introdurranno ulteriori limitazioni all’ingresso dei veicoli non green: questo sarà un fattore molto importante nella diffusione della mobilità commerciale, anche nel trasporto frigorifero. Anche in Italia ci sono città più avanti e altre un po’ più indietro, ma vediamo comunque una tendenza chiara, in molti dei maggiori centri urbani, per incentivare l’accesso nei centri storici ai veicoli a zero emissioni”.

Batteria nel telaio o alimentazione separata del gruppo frigo. Che tipo di esperienza avete accumulato finora?

“Abbiamo seguito l’evoluzione dei costruttori: all’inizio la maggior parte dei veicoli elettrici non avevano l’ePto. Questo era comunque un vincolo per vari motivi. Ora si sta introducendo la presa di forza elettrica, che presuppone però una seconda alimentazione: avere due prese implica il fatto di dover ricaricare non soltanto il veicolo, ma anche l’alimentazione del gruppo frigorifero. Sembra una questione semplice, e apparentemente lo è, ma dobbiamo considerare che sono veicoli da lavoro e qualsiasi problema o dimenticanza può generare danni anche molto importanti”.

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