Il CEO di Iveco Group, Gerrit Marx, si è espresso sullo standard Euro 7 come proposto qualche mese fa dalla Commissione europea. Marx ha definito “semplicemente stupidi” gli standard Euro 7 che inaspriscono i limiti di emissioni inquinanti per i veicoli, regolando anche l’ossido di azoto e il monossido di carbonio, nell’Unione Europea a partire dal 2025.

“Lo sforzo per raggiungere questo obiettivo è enorme. E non c’è un vero ritorno”, ha detto. Gerrit Marx, CEO di Iveco Group, ha criticato le politiche della Commissione europea sulla mobilità a basse emissioni. In particolare, ha dichiarato ai giornalisti di diverse testate italiane, tra cui Il Sole 24 Ore, che l’errore di Bruxelles è stato quello di “discutere contemporaneamente di nuovi standard Euro 7 e di taglio delle emissioni di CO2 e di elettrificazione, senza alcun coordinamento e senza una politica industriale e ambientale coerente”.

Gerrit Marx: l’Euro 7 è un “nonsense”

Secondo Marx, l’Euro 7, il nuovo standard europeo sulle emissioni dei veicoli stradali che entrerà in vigore nel 2025, è un “nonsense”, non solo per gli obiettivi di riduzione delle emissioni, ma anche per la tempistica. “È quasi impossibile”, afferma, “rispettare gli standard e diventare conformi entro i tempi previsti”. Marx ha affermato che Iveco ha le capacità tecniche per sviluppare un motore compatibile con l’Euro 7 per i veicoli commerciali leggeri, grazie ai poli produttivi di Torino e Foggia. Tuttavia, l’amministratore delegato si trova di fronte a una scelta difficile: continuare a investire nello sviluppo di motori a combustione interna conformi allo standard Euro 7, o concentrarsi sulla produzione di camion completamente elettrici.

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Sui veicoli commerciali pesanti e i bus, invece, Marx pensa che “l’idrogeno”, un combustibile a zero emissioni producibile dda rinnovabile, “rappresenta l’unica strada per assicurare livelli di emissioni tali da garantire una reale decarbonizzazione dei trasporti”. La Commissione europea non ha vietato il motore endotermico per i mezzi pesanti, ma ha proposto un obiettivo di riduzione del 90 per cento delle emissioni di CO2 al 2040, rispetto ai valori del 2019. Iveco sta lavorando allo sviluppo di un motore a idrogeno per i camion, che possiede un grado di compatibilità dell’80 per cento rispetto a un motore a gas. La compatibilità tra motore a idrogeno e motore a gasolio è invece più bassa, del 20-30 per cento.

Idrogeno vs elettrico

“Per Iveco il passaggio da motori a gas a motori a idrogeno è impegnativo, d’accordo, ma possibile”, assicura Marx. L’amministratore delegato ritiene che l’idrogeno abbia una convenienza maggiore, in termini di costo, rispetto all’elettrico a batteria e alle celle a combustibile: l’elettrico avrà bisogno di essere sostenuto da una nuova rete di ricarica, mentre l’idrogeno allo stato gassoso – spiega – potrà circolare nell’infrastruttura esistente per il metano.

Inoltre, Marx ritiene che l’abolizione totale dei motori a combustione interna rischi di causare una crisi nell’industria dei motori termici, portando l’Europa a diventare come Cuba, dove la mancanza di parti di ricambio ha costretto a recuperare pezzi da vecchi veicoli.

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I piani per il futuro di Iveco

Marx ha dichiarato che Iveco, che si è separata dall’ex casa madre CNH Industrial e si è quotata separatamente all’inizio del 2022, è entrata nel suo “secondo anno di trasformazione”. “Daremo forma al nostro gruppo. Ci concentreremo maggiormente su alcune parti del nostro business e ne elimineremo altre”, ha dichiarato, aggiungendo che le decisioni si baseranno sul ritorno degli investimenti, sulla capacità di finanziamento e sul potenziale di crescita futuro. Iveco è controllata da Exor, la holding della famiglia italiana Agnelli. “Nel corso del 2023 e del 2024, potremmo impegnarci nell’acquisto di una società e potremmo prendere in considerazione la vendita di una o più parti del Gruppo Iveco”, ha dichiarato Marx. Tuttavia, ha escluso la vendita dell’unità di difesa.

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