Stellantis, viaggio ad Atessa nella fabbrica simbolo per gli LCV, tra incertezze e voglia di rilancio
L'avvio della produzione dei large van con allestimento cargo box è stata l'occasione per visitare il più grande stabilimento europeo dedicato ai veicoli commerciali. Un plant che ha messo nel mirino il traguardo ormai prossimo degli otto milioni di veicoli complessivamente prodotti. Ma il futuro è tutto da scrivere. Il nostro report.

Varcato il cancello d’ingresso dello stabilimento Stellantis di Atessa, l’atrio della palazzina dove hanno sede gli uffici accoglie il visitatore con una serie di pannelli che illustrano e ripercorrono, anche fotograficamente, la storia del sito di produzione. È un racconto importante per questo lembo di terra abruzzese in provincia di Chieti, ma non solo. È una storia che comincia nel 1978 con la nascita di Sevel (Società europea veicoli leggeri) nell’ambito della joint-venture tra Fiat e i francesi di Psa (Citroën-Peugeot), a cui segue la costruzione dell’impianto inaugurato il 28 novembre 1981 alla presenza del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, e del Presidente della Fiat, Gianni Agnelli.
Il polo Stellantis di Atessa, un futuro all’insegna dell’incertezza
Oggi, che ha messo nel mirino il traguardo ormai prossimo degli otto milioni di veicoli complessivamente prodotti (a maggio di quest’anno il totalizzatore segnava quota 7 milioni 609.842 unità), quello che si presenta come il più grande stabilimento in Europa, dedicato esclusivamente ai veicoli commerciali leggeri, vive una realtà in chiaroscuro.

Da una parte lo sviluppo continuo in tutte le sue aree, dove spiccano i quindici chilometri di linea di assemblaggio (sì, avete letto bene, 15 chilometri), il più grande reparto carrozzeria della galassia Stellantis, e un impianto di verniciatura costantemente rinnovato.
Dall’altro, scaturite e alimentate dal complicato momento che tutta l’industria automotive sta vivendo in questa delicata e confusa fase di transizione, le preoccupanti voci che puntualmente, in questi ultimi tempi in particolare, rimbalzano a proposito del futuro del sito, autentico fiore all’occhiello del gruppo. Voci che, interpretando le parole di Jean Philippe Imparato, responsabile del mercato europeo del gruppo Stellantis, arrivano perfino a ipotizzarne la chiusura se non interverranno «significativi correttivi alle attuali normative europee». Il riferimento è evidentemente alle pesanti sanzioni che Stellantis si troverebbe costretta a pagare qualora non riuscisse a rispettare i limiti alle emissioni di CO2.
Nonostante ciò, ad Atessa si vuole e si continua, giustamente, guardare al domani con la giusta attenzione agli sviluppi della situazione, ma con la speranza che torni il sereno e si possa proseguire la navigazione in acque più tranquille.

Due novità che arricchiscono l’offerta
A questo proposito, le novità annunciate all’inizio di luglio vanno appunto in questa direzione. Riguardano l’avvio della produzione, nel Custom fit center, della versione Cargo box Bev e della famiglia Bev dei veicoli ricreazionali (camper e motorhome). Importanti tasselli che vanno ad arricchire ulteriormente l’offerta Stellantis Pro One e che si accompagnano, altra non trascurabile novità, alla disponibilità come dotazione di serie della ricarica da 22 kW. Funzionalità, quest’ultima, che velocizzando le operazioni di ‘rifornimento’, consente di fatto di dimezzare i tempi di ricarica rispetto alla soluzione da 11 kW.
Insomma, non solo non si ferma, ma Atessa rilancia. Con tutto il peso della sua forza. Che è notevole. Basti pensare che qualcosa come l’80 per cento circa della produzione qui realizzata è destinata all’esportazione in 75 paesi del mondo. Allo stesso tempo, Atessa è anche uno dei poli produttivi più avanzati di Stellantis Custom Fit.

Stellantis Custom Fit
Di cosa si tratta? Molto semplicemente, Stellantis Custom Fit è il programma di conversione e personalizzazione che interessa in pratica il 50 per cento della produzione nei veicoli commerciali. In buona sostanza, col Custom Fit non vi è esigenza o richiesta della clientela professionale che Stellantis Pro one non sia in grado di soddisfare. E ciò anche grazie anche alle soluzioni sviluppate in collaborazione con la collaudata rete di oltre 550 partner certificati in tutto il mondo. Si può davvero dire che ogni veicolo che passa ed esce dal Custom Fit center di Atessa è davvero tailor made, cucito perfettamente a misura del cliente.
E a questo proposito è importante e allo stesso tempo significativo sottolineare come, nei dodici mesi dello scorso anno, Stellantis abbia registrato un aumento del 25 per cento delle conversioni e praticamente raddoppiato il numero dei veicoli personalizzati per grandi flotte realizzati in-house. Il tutto mentre a livello europeo le vendite di veicoli convertiti ha fatto segnare un incremento del 35 per cento. Senza con tutto ciò trascurare il fatto che ogni conversione e variazione, operata direttamente nell’impianto di Atessa, assicura elevati standard qualitativi, maggiore sicurezza e una tempistica di consegna più certa del veicolo finito.
Il punto sui trend di mercato con Salvatore Cardile (Stellantis)
Ad Atessa abbiamo anche incontrato Salvatore Cardile, direttore marketing e autonomy della BU veicoli commerciali di Stellantis Italia, che ci ha aiutato a fare il punto sulla situazione del mercato italiano Lcv. La stessa Stellantis Italia che «ha chiuso il primo semestre con un calo dell’11 per cento circa, ma con una flessione che diminuisce mese dopo mese, come conferma il meno 5 per cento a giugno». Cardile sottolinea come quello italiano è in questo momento un mercato che «viaggia a velocità diverse. Sono calati infatti sia il segmento più piccolo sia quello dei large van. Il primo per motivi omologativi, nel senso che si è persa la possibilità di immatricolare come N1 i veicoli come Fiat Panda van e Citroën C3 van, mentre per i large van la flessione è anche legata alla decisione della clientela di ritardare gli investimenti più grandi, magari allungando di un anno o anche più l’utilizzo del veicolo». In questo contesto, Stellantis Pro one «ha chiuso il primo semestre confermandosi leader con una quota del 40,9 per cento, in crescita di un punto rispetto al 2024, e questo nonostante l’uscita di scena del Fiorino. E nel solo mese di giugno la quota è stata del 44,1 per cento, quasi sette punti in più rispetto allo scorso anno. A trainare la crescita nel semestre c’è Fiat Professional che aumenta di 2,7 punti sul 2024».