L’ultima Legge di Bilancio, dopo il consueto iter parlamentare che ha visto prima la discussione delle bozze preliminari con le parti sociali e poi la lunga sequela di emendamenti, è stata finalmente approvata in Parlamento (Camera dei Deputati e Senato). Ma a differenza di altri settori, come quello agricolo, in cui è stata accolta con entusiasmo per via dei numerosi stanziamenti previsti, il mondo automotive si è ritrovato sgomento di fronte a un pacchetto di proposte ritenuto insufficiente, soprattutto a fronte del dialogo instaurato le scorse settimane con i ministeri e le istituzioni preposte. UNRAE, l’associazione di categoria che riunisce i produttore esteri, ha espresso letteralmente “sconcerto per la decisione delle Istituzioni di ignorare totalmente nella Legge di Bilancio gli incentivi per il mercato delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri”.

Legge di Bilancio, UNRAE lancia l’allarme

“Sono rimasti infatti completamente disattesi i più recenti annunci della politica sull’importanza della transizione ecologica e sul ruolo del settore automotive – tuona la sigla automotive -. Un’assenza di strategia, o forse proprio una strategia, che farà inevitabilmente ricadere i costi sociali ed economici della transizione esclusivamente su consumatori, lavoratori e imprese e che rischia di relegare l’Italia a una sorta di mercato di “serie B” – in Europa – per diffusione di nuove tecnologie e per anzianità e obsolescenza del parco circolante”.

Il mancato inserimento delle norme preposte all’incentivazione dei veicoli, ricorda UNRAE, arriva tra l’altro dopo un anno – il 2021 – in cui gli acquisiti di veicoli con motorizzazioni totalmente o in parte elettriche (full-electric, plug-in hybrid e hybrid) hanno visto un’impennata del 116%, con un raddoppio dei volumi immatricolati. Una tendenza al rialzo trainata proprio dagli incentivi che ha anche permesso la rottamazione di 350.000 vettura (la quasi totalità con oltre 10 anni di vita), con un abbattimento delle emissioni di circa 215.000 tonnellate di CO2 l’anno.

Occorre definire una strategia di ampio respiro per la transizione energetica

Quindi, nonostante il dialogo instaurato con le istituzioni avesse lasciato presagire l’inizio di un percorso virtuoso in fatto di politiche a sostegno della mobilità sostenibile e della transizione energetica, le strategie in tal senso sembrano essersi momentaneamente arenate. Come ribadito da UNRAE: “Ora tutto si è fermato”, conclude la nota dell’associazione. “A questo punto diventa improcrastinabile ed urgente avere un riscontro concreto ai tanti appelli rimasti senza risposta, e alle innumerevoli interlocuzioni che hanno generato rassicurazioni poi disattese, su come il Governo italiano intenda definire, di concerto con le principali Associazioni di settore, l’agenda dei prossimi mesi e anni in termini di incentivazione all’acquisto per vetture di ultima generazione, accelerazione del ricambio del parco circolante, sviluppo delle infrastrutture di ricarica e riforma della politica fiscale del settore”.

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