La mattina del 14 dicembre a Roma, la sezione veicoli industriali di Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti veicoli esteri, ha tenuto una conferenza stampa che aveva lo scopo di fare il punto della situazione del comparto, evidenziando sfide e opportunità e avanzando proposte il più possibile concrete. Veniamo – ci ha detto il presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, Paolo Starace – da «un anno a due facce, con la prima parte contraddistinta dall’onda lunga del post lockdown e una seconda in cui si è iniziato a subire in maniera molto evidente le conseguenze della crisi della componentistica, in termini sia di disponibilità che di aumento dei prezzi». E l’anno che sta per cominciare si annuncia non meno complesso, dal momento che la crisi è tutt’altro che alle spalle e che le sfide della transizione ecologica, man mano che passa il tempo, si fanno più pressanti.

Veicoli industriali, un quadro in chiaroscuro

L’obiettivo, almeno quello, è chiaro: ridurre il più possibile le emissioni del trasporto merci su gomma, che rappresenta attualmente in Italia il 66 percento del totale. Una quota inferiore a Germania e Francia ma per nulla trascurabile, soprattutto se si pensa che il parco circolante in Italia è particolarmente vetusto, con effetti spiacevoli sulle emissioni, certo. Ma anche sulla sicurezza, per esempio. Perché, ha aggiunto Starace, «per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore trasporto merci a lunga distanza e per la logistica urbana, sarà fondamentale il contributo di tutte le tecnologie». Così si scopre che meno del 22 percento dei veicoli attualmente in circolazione è dotato di dispositivi obbligatori come frenata autonoma d’emergenza e mantenimento della corsia, mentre poco più della metà ha a disposizione il tachigrafo elettronico, giusto per citare esempi che sono stati fatti nel corso della conferenza stampa.

430mila veicoli industriali sono ante Euro V. Lo studio di GiPA

A fornire i dati della giornata è stato uno studio commissionato da Unrae a GiPA. Secondo la ricerca, il 92 percento dei quasi 430.000 veicoli anteriori all’Euro 5 attualmente in circolazione in Italia ha oltre 15 anni di onorato servizio. Le simulazioni fatte immaginando un piano decennale di rinnovo mostrano un possibile abbattimento delle emissioni di anidride carbonica pari a 87 miliardi di kg, una riduzione dei consumi di carburante del 10 percento, un risparmio di spesa di 49 miliardi di euro, e una riduzione degli incidenti stradali superiore ai 200.000. Per queste ragioni, Unrae spinge per un “vigoroso” piano di ricambio che non vada oltre i 10 anni, prima ancora di avventurarci in (al momento) ambiziosi piani che toccano ambiti come elettrificazione o idrogeno.

Non a caso, parlando di transizione ecologica, Starace ha esposto proposte come il blocco programmato alla circolazione dei veicoli più inquinanti e meno sicuri, la rimodulazione del bollo, il rimborso di pedaggi e accise in base al criterio ‘chi inquina paga’ e la defiscalizzazione dei biocarburanti. Oltre allo sviluppo della rete di ricarica dei mezzi elettrici e a idrogeno, una rete che «se guardiamo al solo comparto del veicolo industriale, di fatto è inesistente, sia che si parli di ricarica dei veicoli elettrici, sia per quanto riguarda il rifornimento di idrogeno e biocarburanti. Il nostro auspicio è che i fondi del Pnrr vengano non solo allocati, ma anche messi concretamente a terra attraverso la realizzazione di quelle infrastrutture che di fatto andranno a sostenere la domanda per questo tipo di veicoli». Al momento, è giusto precisarlo, i veicoli ad alimentazione alternativa sono davvero una nicchia, se si pensa che il 94 percento delle vendite è riferito a veicoli diesel.

Paolo A. Starace, presidente della sezione veicoli industriali di Unrae e Ad di DAF Italia

Il rinnovamento del settore alla luce del PNRR

La sigla Pnrr torna più volte nelle analisi dei relatori: oltre a Starace (che ha proposto l’utilizzo di fondi del Pnrr per defiscalizzare i biocarburanti), il presidente del Comitato centrale dell’Albo nazionale degli autotrasportatori Enrico Finocchi, il country manager di GiPA Marc Aguettaz e il direttore generale per la Motorizzazione Pasquale D’Anzi. Il quale, nel suo intervento, si è soffermato sulla recente norma del Codice della Strada (Legge 156/2021), che ha liberalizzato la possibilità di effettuare revisioni anche per mezzi pesanti e rimorchi nelle officine private autorizzate. Un sistema che dovrebbe dare un impulso deciso alle revisioni, tagliando i tempi di attesa e incrementando la sicurezza.

Carenza autisti, le proposte UNRAE

Da una questione all’altra, non meno importante, specialmente in prospettiva. La cronica carenza di autisti (problema non solo italiano) è stata affrontata finora perlopiù con l’importazione di personale dall’estero, ma è un tema chenon sembra essere più eludibile. «Mancano oggi almeno 20 mila autisti in Italia e occorre trovare soluzioni per riportare i giovani a intraprendere questa professione», è il grido di allarme di Enrico Finocchi, che auspica la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, dalle autoscuole alle istituzioni, passando per i costruttori. Più concreta la risposta di Starace a una nostra domanda sulla necessità di adeguare la formazione per far sì che anche l’accesso alla professione sia in linea con i tempi che cambiano.

«Questa è, di fatto, la proposta di Unrae. Abbiamo bisogno di una nuova generazione, non solo di autisti, che sono naturalmente centrali per l’autotrasporto, ma anche di figure professionali, per esempio il personale specializzato delle officine, che oggi fatichiamo a individuare sul mercato. Ci sono alcuni progetti concreti: uno di questi lo stiamo portando avanti con altre associazioni di categoria ed è la cosiddetta Carta di Padova. L’obiettivo è quello di dialogare con il ministero dell’Istruzione per rivedere i programmi di studio e incrementare le materie di studio ad hoc per la nostra industria, favorendo l’alternanza scuola lavoro per avviare al mestiere i ragazzi che si diplomano o si laureano. È poi assolutamente necessario favorire progetti di formazione destinati agli autisti attuali».

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