Il nuovo capitolo della questione caro carburanti verrà affrontato al MIMS, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, il prossimo 16 giugno. Convocate, dunque, ancora una volta le associazioni che fanno capo a UNATRAS, proprio come accaduto tra marzo e aprile nei mesi caldi che hanno portato, tra le altre cose, al taglio delle accise e all’istituzione di un fondo da 500 milioni di euro a beneficio dell’autotrasporto.

Aiuti che, considerati i continui aumenti di benzina, gasolio e gas alla pompa (siamo di nuovo sopra i 2 euro), non bastano evidentemente più e rischiano di mettere in ginocchio un settore che si è fino a questo momento dimostrato all’altezza della sfida e, soprattutto, paziente abbastanza.

Caro carburanti: la lettera di UNATRAS al MIMS

UNATRAS, il coordinamento unitario delle associazioni nazionali dell’autotrasporto, aveva nei giorni scorsi inviato una lettera al Presidente del Consiglio, al ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e alla viceministra Teresa Bellanova sulla grave situazione in cui versa il settore Autotrasporto merci e la richiesta di una convocazione urgente.

Le proteste in Sardegna e la voce di Ruote Libere

Peraltro, come ha riportato sempre nei giorni scorsi l’Ansa, i camionisti sardi riuniti nella sigla ARS (Autotrasportatori Sardi Riuniti) sono pronti a uno sciopero. “Dallo scorso marzo ci ritroviamo ad avere il prezzo alla pompa oltre due euro al litro: la categoria degli autotrasportatori si sente presa in giro da questo Governo”, si legge in una nota. “Riducendo l’accisa alla pompa, hanno praticamente azzerato il recupero trimestrale delle accise alle aziende che avevano investito grossi capitali in mezzi più ecologici ed efficienti”. In più – continuano gli autotrasportatori dell’isola – i 500 milioni di euro promessi sarebbero bloccati e non avrebbero quindi sortito gli effetti sperati.

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In questo scenario, Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, continua a denunciare a gran voce il fallimento di quella che chiama “politica dei tavolini” portata avanti dal ministero. “Quel tavolo ministeriale, scavalcato di fatto dal taglio orizzontale delle accise senza alcun antidoto alle speculazioni, non ha prodotto nulla e non ha portato nemmeno, a distanza di oltre tre mesi, allo stanziamento dei famosi 500 milioni promessi. Anzi, ha creato danni perché agli occhi della committenza ha fatto passare l’idea che il mondo dell’autotrasporto fosse stato tutelato”, afferma Franchini, che chiede con forza di fissare un tetto massimo al costo del gasolio come misura urgente per affrontare la crisi attuale.

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