L’annoso problema della carenza di autisti approda alla Camera dei Deputati, dove il presidente di Federtrasporti Claudio Villa è stato ascoltato in Commissione Lavoro nel corso di un’audizione su proposte e interventi per promuovere il lavoro di qualità nel settore dell’autotrasporto e della logistica. Villa ha proposto di riconoscere come formazione utile ai fini della CQC – l’abilitazione alla guida professionale – l’avviamento al lavoro condotto da ogni azienda, di ridurre di un anno l’età minima per acquisire le patenti superiori, di creare una corsia preferenziale per far assumere alle aziende di autotrasporto i lavoratori di settori produttivi in crisi e di riconoscere un importante credito di imposta a chi realizzi film o serie TV ambientate nel mondo del trasporto merci.

Tante, insomma, le carte messe sul tavolo per affrontare un problema che rischia di aggiungersi agli altri che stanno affliggendo il settore (caro carburanti ed effetti della guerra nell’Est dell’Europa su tutti). Sul tema, che ha mostrato il suo volto più drammatico lo scorso anno nel Regno Unito, si sono pronunciati un po’ tutti i soggetti che gravitano intorno al mondo dell’autotrasporto. Non ultimo, alla fine dello scorso anno, Paolo Starace, presidente della sezione Veicoli Industriali di Unrae.

Il presidente di Federtrasporti sulla carenza di autisti

Il presidente di Federtrasporti Villa alla Commissione Lavoro ha sottolineato come oggi ciò che manchi nell’opinione pubblica è la percezione dell’utilità sociale ed economica della professione di autista, il fatto cioè di essere una pedina insostituibile all’interno di un meccanismo distributivo delle merci che non può fermarsi, nemmeno nei giorni più statici del lockdown. Una percezione contrastata anche da una tendenza culturale che ha introiettato in chi acquista online la convinzione che «il trasporto sia compreso nel prezzo».

Diverse le proposte emerse nel corso dell’audizione. Tra queste, l’abbattimento dei costi della CQC, prevedendo anche una maggiore collaborazione delle aziende durante il percorso di formazione. Utile anche, secondo Villa, prevedere una corsia preferenziale per far assumere alle aziende di autotrasporto i lavoratori di società in difficoltà o impiegati in settori produttivi in crisi, così come diminuire l’età minima (oggi di 21 anni) per acquisire le patenti superiori anche soltanto di un anno, non tanto per ampliare la platea degli aspiranti, quanto per saldare il tempo tra la fine degli studi e l’opportunità di salire in cabina.

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Si comincia dalla riforma della scuola

Un’altra possibile iniziativa riguarda la riforma degli istituti professionali, con l’idea di un corso dedicato espressamente alla logistica e al trasporto delle merci, che possa accompagnare i giovani non soltanto verso una possibile carriera di autista, ma anche verso una delle professioni – dai meccanici agli imprenditori – così richieste nello scenario attuale. Secondo Villa, potrebbe essere utile contemplare un tirocinio presso le strutture aggregative, come consorzi e cooperative, spina dorsale del settore dell’autotrasporto italiano.

Infine, si potrebbe prevedere un credito di imposta di almeno il 50 per cento per le società di produzione cinematografiche che scelgano di realizzare film o serie TV che abbiano come protagonisti conducenti di camion o che siano ambientati all’interno del mondo del trasporto merci su strada. Sulla scorta di quanto accaduto negli ultimi anni con le trasmissioni di cucina, che hanno cambiato in positivo l’immagine del cuoco rendendola più attrattiva, si potrebbe cercare di percorrere la stessa strada con la professione di autista. A questo proposito, A proposito, Federtrasporti sta lanciando un premio da assegnare agli studenti delle scuole di cinema che si misurino nella stesura di una sceneggiatura ambientata nel mondo del trasporto merci, fornendo possibili ausili anche in fase di documentazione.

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