Dopo l’allarme lanciato al ministro Giovannini sulle grandi difficoltà che attanagliano il settore, Unatras scende di nuovo in campo per fare il punto sullo stato delle imprese inviando una lettera al viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Teresa Bellanova, che recentemente ha proprio ricevuto la delega all’autotrasporto, all’intermodalità e all’accessibilità dei porti. L’obiettivo è quello di instaurare un dialogo proficuo, in grado di dare risposta a problemi atavici che attanagliano le imprese di trasporto da molto tempo, dalla concorrenza sleale ai costi di riferimento.

Per quanto riguarda il PNRR se da una parte c’è la consapevolezza che si sono dovute operare scelte prioritarie per reindirizzare lo sviluppo economico dell’Italia a fronte dei danni portati dal Covid, dall’altra permane una forte amarezza di fondo per il trattamento riservato all’autotrasporto, in prima linea durante tutta la crisi per garantire le linee di approvvigionamento, ma praticamente assente nei progetti del pacchetto di aiuti da oltre 200 miliardi. Unatras ha infatti ribadito che “nel PNRR è chiara la volontà di indirizzare quante più risorse possibili verso il rafforzamento del trasporto ferroviario”. In questo senso non solo non vi è stata altrettanta considerazione del settore, “ma addirittura non c’è traccia di un provvedimento diretto per il trasporto su gomma, che rappresenta la modalità di gran lunga principale nel trasporto delle merci nel nostro Paese”.

Nel PNRR l’autotrasporto sembra essere caduto nel dimenticatoio

“Un settore che, anche per affrontare la competizione con i vettori esteri e la perdurante crisi – prosegue la missiva – ha estrema necessità di avere garanzie per il futuro, non ultime quelle relative alla riproposizione per il prossimo triennio del fondo per l’autotrasporto e sul tema dei SAD (sussidi ambientalmente dannosi) relativamente al rimborso accise. Un rimborso al centro di aspre polemiche da più di un’anno, sin da quando il Ministero dell’Ambiente (ora della Transizione Ecologica) aveva accesso i riflettori sui SAD. Un provvedimento, ricorda la sigla associativa, che “è erogato agli operatori del trasporto in ragione del costo più alto del gasolio nell’UE a 27 che si paga in Italia”.

“Gli obiettivi della transizione ecologica – avverte Unatras – dello spostamento di quote di traffico significative dal tutto strada all’intermodale con la nave ed il ferro per le lunghe distanze, del raggiungimento dei target per la decarbonizzazione, dell’abbattimento delle emissioni inquinanti, della rimodulazione dei SAD, ai quali la categoria dell’autotrasporto ha già ampiamente contribuito ed intende continuare a contribuire, o si costruiscono dal basso, con scelte partecipate o si rischia che rimangano lettera morta, per di più aggravando il settore in una congiuntura già di per se difficilissima”.

Investimenti, intermodalità, revisione e contributo ART: tanti i nodi da sciogliere

Dopo aver ribadito l’urgenza del rifinanziamento dei fondi per il rinnovo del parco veicolare, la missiva ha puntato l’attenzione sull’intermodalità per cui serve un piano “che a partire dalle misure già implementate dal MIMS quali Marebonus e Ferrobonus (finanziati fino al 2026), assicuri agli autotrasportatori attraverso dei voucher/buoni acquisto di scegliere la migliore e più conveniente combinazione di tragitto optando per le medie e lunghe distanze sull’utilizzazione della modalità marittima e ferroviaria, anzichè compiere interamente quella stradale”.

Secondo Unatras è inoltre “fondamentale agire sulle condizioni di contesto: da un lato consentendo di accelerare le pratiche relative alle revisioni dei veicoli dei pesanti, per le quali ormai è quasi impossibile rivolgersi agli uffici delle motorizzazioni civili, che si potrebbero finalmente far effettuare alle officine private come previsto da una legge dello Stato; dall’altro operando una semplificazione degli adempimenti per le imprese, a partire dall’obbligo di contribuzione all’Autorità di Regolazione dei Trasporti previsto per l’autotrasporto che non è mai stato oggetto di regolazione diretta, né tantomeno beneficiario”.

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