Il malcontento nel settore dell’autotrasporto è tangibile: lo hanno ripetuto numerose associazioni di categoria che a più riprese hanno scritto direttamente al ministro Giovannini; lo si sente nei piazzali, nei punti di ristoro e sulla strada direttamente dai camionisti che, a un anno dallo scoppio della crisi, hanno visto i loro ritmi lavorativi crescere senza sosta (con la sospensione dei divieti di circolazione che prosegue senza sosta da mesi) e, al contempo, le loro tutele peggiorare. Lo stato di agitazione, insomma, è dietro l’angolo, come avevano già paventato alcune sigle. E infatti, puntuale, è arrivato anche la nota di Assotir a ribadirne la necessità, nel denunciare le problematiche che stanno affliggendo il settore e che ne minano la salute.

Dopo essersi riunito in videoconferenza il Consiglio Direttivo Nazionale di Assotir ha infatti rilevato il progressivo peggioramento delle condizioni generali delle attività di autotrasporto, a causa dell’accentuarsi di fenomeni di concorrenza sleale, con l’abbassamento sistematico dei livelli tariffari del servizio, nonché l’ulteriore dilatazione dei tempi di pagamento delle prestazioni di trasporto, senza contare il proliferare dei fenomeni di illegalità di cui quotidianamente si ha notizia.

Assotir, troppi i nodi che affliggono il settore dell’autotrasporto

Nella nota con cui è stata ribadita la necessità della proclamazione dello stato di agitazione, Assotir ha criticato ancora una volta l’entrata in vigore del contributo ART (che è stato diviso in due tranche di pagamento nel 2021) per le imprese di autotrasporto, già in difficoltà a causa della doppia crisi pandemica ed economica. E il Governo, nonostante gli appelli di tutta la categoria, ha confermato l’ulteriore aggravio a carico delle imprese del settore. Assotir ha poi criticato la mancata convocazione da parte del ministro Giovannini “delle rappresentanze dell’Autotrasporto, con il conseguente ritardo nell’affrontare le problematiche già all’attenzione del precedente Ministro (Tavolo delle Regole, Revisioni dei veicoli pesanti, azioni discriminatorie verso i vettori italiani da parte del Governo austriaco)”.

Perciò, a causa delle problematiche elencate, il Consiglio Direttivo Nazionale “ha dato mandato alla Presidenza Nazionale di esperire tutte le iniziative più idonee a manifestare, attraverso il coinvolgimento di UNATRAS, il grave disagio che la categoria sta vivendo, ritenendo, comunque, necessaria la proclamazione dello stato di agitazione dell’autotrasporto italiano, quale segnale minimo ed indispensabile per attuare il necessario cambio di passo nelle relazioni istituzionali, da realizzarsi anche attraverso un ampliamento del confronto a tutte le rappresentanze parlamentari, e senza escludere, ove necessario, il ricorso a forme di protesta più dure”.

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