Unatras ha inviato una missiva, a firma del Presidente Amedeo Genedani, al Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini in cui, dopo averlo ringraziato per il metodo applicato agli incontri con le organizzazioni di rappresentanza sulla questione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha puntato i riflettori su due questioni di fondamentale importanza per il settore, ovvero per il rimborso delle accise, da cui sono stati recentemente esclusi anche i veicoli Euro 4 e il contributo ART a cui sono state sottoposte anche le imprese di trasporto merci.

In primis Unatras ha voluto sottolineare “le enormi difficoltà che vivono le imprese del settore Autotrasporto merci al quale, peraltro, pare di capire non sarà indirizzata alcuna misura di finanziamento specifica nel Recovery Plan, che l’Italia si appresta a consegnare alla Commissione europea nelle prossime settimane”. Tuttavia le misure proposte ed auspicate dalle associazioni di categoria poiché “di natura sistemica, in quanto foriere di benefici tanto al macro comparto della logistica e della mobilità, quanto più in generale agli obiettivi ambiziosi del sistema Paese relativi alla sostenibilità ambientale ed alla riduzione delle emissioni inquinanti” sono quindi “assolutamente pertinenti e compatibili con le missioni del più imponente Piano di rilancio ed investimenti messo a punto dal dopoguerra ad oggi”.

Transizione ecologica, per Unatras va costruita dal basso

Gli obiettivi della transizione ecologica “si costruiscono dal basso, con scelte partecipate o si rischia che rimangano lettera morta, per di più aggravando un settore che, pur scontando enormi criticità, ha mostrato ancora una volta durante la pandemia di tenere in piedi il Paese garantendo gli approvvigionamenti dei beni di prima necessità ed il rifornimento di ospedali, farmacie e generi alimentari”.

Per quanto riguarda le spese che gli operatori devono sostenere per le accise sul gasolio si tratta della quota più alta tra i paesi membri dell’UE. Rimuoverli totalmente o parzialmente, in linea con la politica dell’eliminazione dei SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi) significherebbe far venir meno una compensazione importante visti i costi maggiori e potrebbe avere effetti controproducenti su tutto il comparto economico. In sostanza “sarebbe una mossa recessiva, perché inevitabilmente costerebbe di più il trasporto, salirebbero i prezzi dei prodotti di largo consumo e quindi sarebbero penalizzati i consumatori finali e ne risentirebbe l’intero ciclo economico”.

Unatras

Rimborso accise, i danni si riverserebbero su tutta l’economia. E c’è il rischio proteste

Unatras, in merito all’esclusione del rimborso sulle accise, ha quindi espresso “grande preoccupazione su una misura di vitale importanza per la categoria che ha già subito negli ultimi la rimodulazione dei sussidi per le motorizzazioni più inquinanti fino all’Euro 4 e si è dovuta adattare con spirito di sacrificio a cambiare i veicoli nonostante la scarsa competitività sul mercato e la mancanza di redditività aziendale”. Ed è proprio per questi motivi che oggi un ulteriore attacco al rimborso delle accise per l’autotrasporto “colpirebbe tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto poderosi investimenti, sarebbe incomprensibile ed inaccettabile. Anzi non nascondiamo la preoccupazione per proteste incontrollate che potrebbero sfociare in azioni forti e di difficile gestione per l’ordine pubblico, basti guardare a quanto avvenuto in Paesi limitrofi come la Francia con i gilet gialli”.

L’auspicio delle associazioni dell’autotrasporto è quello di proseguire nel solco di “una politica di transizione graduale ma completa tenendo al centro il driver della sostenibilità, declinato nelle tre dimensioni ambientale, sociale ed economica, come anche da Lei più volte enunciati. Per far questo è essenziale continuare ad assicurare una dotazione finanziaria costante e duratura al Fondo per il rinnovo del parco veicolare istituito presso il MIMS che consenta, con contributi certi, agli autotrasportatori di cambiare e rottamare i veicoli più inquinanti ed obsoleti con i veicoli di ultima generazione che offre il mercato, a bassissime emissioni, sicuri e tecnologicamente avanzati”.

Contributo ART, un’altra stangata

Sempre in merito alla transizione ecologica Unatras ribadisce poi che è importante attuare “una vera politica dell’intermodalità, che a partire dalle misure già implementate dal MIMS quali Marebonus e Ferrobonus (finanziati fino al 2026), assicuri agli autotrasportatori attraverso dei voucher/buoni acquisto di scegliere la migliore e più conveniente combinazione di tragitto optando per le medie e lunghe distanze sull’utilizzazione della modalità marittima e ferroviaria, anzichè compiere interamente quella stradale.

Unatras è poi tornata sulla questione del Contributo ART (Autorità di Regolazione dei Trasporti) che, dopo una recente sentenza del Consiglio di Stato, è stato ampliato a partire dall’annualità del 2019 (in poi) anche alle imprese di autotrasporto anche se, come ribadisce la nota, “non è mai stato direttamente coinvolto da alcun atto regolatorio dell’Authority e, men che meno, ne è stato mai beneficiario”. Nel frattempo l’ente regolativo ha già pubblicato sul suo portale le modalità, i requisiti e i documenti che le imprese di autotrasporto dovranno versare. Unatras, nel sottolineare che la questione del Contributo ART necessita una rapida soluzione, anche per evitare di gravare ulteriormente sulle imprese, ha chiesto un nuovo urgente incontro con il ministro Giovannini per continuare ad affrontare le tematiche del settore.

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