Il mercato dei veicoli commerciali leggeri in Italia non vive un momento florido. Se n’era parlato nel corso della conferenza stampa di fine anno dell’UNRAE, lo scorso 13 dicembre a Roma; i dati di fine anno non hanno fatto altro che confermare il trend, condiviso peraltro anche dal settore delle auto. Il 2022, rispetto all’anno precedente, ha visto un calo di circa 24mila immatricolazioni, pari al 13% di contrazione.

Sempre l’UNRAE si spinge a una previsione migliore, ma comunque piuttosto debole, per l’anno appena iniziato. Secondo l’associazione che riunisce i rappresentanti dei costruttori esteri operanti in Italia, infatti, il 2023 dovrebbe chiudersi con un +5,7% con un volume complessivo di circa 170mila veicoli immatricolati, circa 10mila in più rispetto al 2022.

Mercato veicoli commerciali, come invertire il trend?

Che fare, dunque, per invertire il trend? Innanzitutto, intervenire sugli incentivi. Parla Michele Crisci, presidente dell’UNRAE. “Gli incentivi destinati ai soli veicoli commerciali elettrici non hanno portato uno sviluppo più accelerato della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni, considerato che dei 10 milioni stanziati ne sono stati utilizzati appena 1,5 mln circa. Tantomeno, quindi, potevano rilanciare i volumi del mercato nel suo complesso”.

“Gli incentivi 2023, prenotabili dal 10 gennaio scorso – ricorda Crisci – prevedono un fondo di 15 milioni destinato, ancora una volta, esclusivamente ai veicoli elettrici che rappresentano solo il 2,6% del nostro mercato. Questi incentivi non possono apportare alcun beneficio nel contrasto al progressivo invecchiamento del nostro parco circolante, caratterizzato – a giugno 2022 – da un’età media di 14 anni e composto ancora per oltre il 42% da veicoli ante Euro 4 su un totale di 4.180.000 unità, per la cui sostituzione completa – a volumi attuali – sarebbero necessari 22,5 anni”.

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