Scaffali deserti come in tempo di guerra, le catene McDonald’s e Kentucky Fried costrette a cancellare dai menù dei punti vendita britannici i richiestissimi milkshake, gli esperti di gastronomia che invitano i consumatori londinesi a procurarsi un tacchino e a congelarlo se tengono a rispettare la tradizione per il pranzo di Natale. Il primo ministro Boris Johnson aveva promesso agli inglesi che la Brexit avrebbe aperto loro un «nuovo mondo ricco di opportunità» ma anche i più agguerriti detrattori dell’uscita della Gran Bretagna dalla Ue non immaginavano di ritrovarsi in un simile disastro nel giro di pochi mesi. E in effetti a Londra si è scatenata la “tempesta perfetta”.

Gran Bretagna, la situazione degli autisti è critica

Le difficoltà legate alla pandemia, sommate all’imposizione di visti ai lavori stranieri hanno fatto scoppiare la bomba: non si trovano autisti per camion e furgoni. Addirittura la Road Haulage Association (RHA), la confindustria del trasporto, ha rivisto al rialzo le sue (preoccupanti) stime di fine giugno. Sarebbero almeno 100mila, e non più 60mila, gli HGV driver necessari per portare i sudditi di sua maestà fuori da questa situazione di emergenza.

Disastro che si sta cercando di tamponare anche con la fantasia: se il governo ha messo a disposizione di alcuni ipermercati per tre mesi gli autisti del genio militare per garantire il rifornimento di beni essenziali come pane, latte, frutta e verdura, la catena di supermercati Co-op è andata oltre, offrendo un bonus in denaro allo staff dei propri magazzini perché prenda la patente per i mezzi pesanti e si metta al volante dei camion frigoriferi che garantiscono la logistica.

Carenza autisti, una problematica europea. In Italia ne mancano 15mila

Anche nel resto d’Europa, comunque, c’è poco da scherzare. Secondo un rapporto pubblicato dall’agenzia britannica TI Transport Intelligence, a livello continentale sarebbero non meno di 400mila gli autisti che mancano: colpa di un mancato ricambio di generazioni. Il mestiere è faticoso e, negli ultimi anni, sempre peggio retribuito. Il fantomatico imprenditore napoletano che si dichiara disposto a pagare tremila euro netti al mese gli autisti è stato sepolto di insulti in rete.

E la prospettiva scoraggia i più giovani che, per di più, devono investire non poco tempo e denaro per accedere alla professione. Risultato: secondo TI i Paesi in maggiore difficoltà sarebbero nell’ordine Polonia (dove mancherebbero 124 mila autisti), Gran Bretagna e Germania, dove a seconda della fonte il “buco” oscillerebbe tra le 45 e le 60mila unità. A seguire Francia (43mila), Spagna (16mila) e Italia (15 mila autisti). Ma non va molto meglio a est dell’Unione europea: TI stima in 4500 i driver mancanti in Bielorussia, dato che salirebbe fin oltre quota 100mila per l’Ucraina.

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