Proseguono le reazioni alle iniziative che governi ed enti internazionali hanno preso per contrastare il caro carburanti e, più in generale, la crisi energetica che è esplosa in seguito al conflitto russo-ucraino ancora in atto. Questa volta a farsi sentire è l’IRU, l’organizzazione internazionale che dà voce a più di 3,5 milioni di aziende operanti nel trasporto su strada in più di 100 paesi nel mondo, che ha commentato il quadro di crisi temporaneo annunciato nei giorni scorsi dall’UE. “IRU accoglie con favore le misure temporanee per sostenere l’attività economica e i posti di lavoro in tutta l’UE, ma sono insufficienti”, ha detto Raluca Marian, Director of EU Advocacy di IRU. “Le esenzioni sugli aiuti di stato sono limitate e non sono specifiche per i trasporti, e l’aumento dei prezzi del carburante non è nemmeno menzionato. Il piano ha bisogno di misure specifiche per sostenere gli operatori del trasporto su strada che lottano con prezzi del carburante fuori controllo e affrontano una crisi di liquidità”.

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Caro carburanti: un problema europeo

La questione del caro carburanti, infatti, non è solo un problema italiano, ma sta dando la stura a iniziative di protesta da parte degli autotrasportatori un po’ in tutta Europa. I prezzi del carburante sono aumentati fino all’80% da gennaio 2021, con un’impennata di oltre il 25% solo nell’ultimo mese. Il carburante rappresenta mediamente il 30% dei costi di un operatore commerciale di trasporto su strada, ma il trasferimento degli aumenti di costo ai loro clienti è spesso impossibile. Specialmente, ma non soltanto, le piccole imprese europee sono, insomma, sull’orlo del collasso.

Il piano formulato dalla Commissione aiuta a far fronte alle carenze di liquidità, in termini generali, con prestiti sovvenzionati fino a 400.000 euro per impresa colpita. Tuttavia, fa notare l’IRU, a differenza di altri settori come quello manifatturiero, il settore dei trasporti non è menzionato nel piano della Commissione, nonostante sia un pilastro fondamentale che permette a tutti gli altri settori di operare. Pur affrontando i gravi aumenti dei prezzi del gas naturale e dell’elettricità, il piano non affronta anche i prezzi del carburante.

“A meno che non siano sostenute da fondi pubblici, molte imprese di trasporto su strada falliranno nelle prossime settimane e mesi, creando vuoti significativi nelle catene di approvvigionamento e nelle reti di mobilità dell’UE”, ha aggiunto Raluca Marian. “Gli Stati membri dell’UE devono mettere in atto iniziative che impediscano il collasso di una parte significativa dei loro settori del trasporto commerciale su strada e il conseguente danno alle loro comunità ed economie. Il quadro di crisi temporaneo dell’UE sugli aiuti di stato deve permettere che questo accada”.

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