Qualcosa si muove, nelle commissioni del Parlamento Europeo, a proposito del possibile riconoscimento formale dei biofuel come carburanti CO2-neutri. In soldoni, la svolta attesa e auspicata dalle istituzioni italiane perché anche i biocarburanti siano considerati un’opzione, al pari dei cosiddetti e-fuel, nel percorso di transizione energetica delineato dalle istituzioni UE.

Alcuni organi di stampa hanno nei giorni scorsi rilanciato un post dell’europarlamentare Massimiliano Salini, riferito alla decisione della ITRE, la Commissione Industria del Parlamento Europeo, di includere anche i biocarburanti (biogas e derivati) tra i carburanti CO2-neutri. Si tratta, evidentemente, soltanto di un passaggio, ma che accontenta, per il momento, i sostenitori della cosiddetta neutralità tecnologica che consente di svincolare dalla sola tecnologia elettrica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa ha fissato per il trasporto pesante.

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Banalmente, se le istituzioni europee includono anche i carburanti di origine bio tra i vettori ammessi nella roadmap verso il 2040, e oltre, i costruttori potranno continuare a puntare su una tecnologia che altrimenti avrebbe avuto vita breve. E sappiamo quanto l’Italia sia avanti, rispetto ad altri paesi, nella creazione di un ecosistema basato sul metano di origine ‘bio’ che possa alimentare in parte l’autotrasporto, specialmente quando si parla di lungo raggio.

Non si sono, quindi, fatte attendere alcune reazioni, tra cui rientra quella di Federauto, che tramite il responsabile della sezione Trucks&Van, Massimo Artusi, plaude alla possibile svolta della UE. Artusi parla di “un successo del buon senso, della ragione, della concretezza” e di “una sconfitta dell’approccio ideologico (sicuramente non pragmatico) al problema della transizione, sostenuto da chi si illude di poter ottenere la decarbonizzazione con la sola alimentazione elettrica e ignorando il principio della neutralità tecnologica”.

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Massimo Artusi

“Ora, però, sarebbe un errore illudersi che tutto sia stato risolto”, ha aggiunto il vicepresidente di Federauto. “Molta strada c’è ancora da fare perché i carburanti biologici acquistino il formale diritto di essere utilizzati anche dopo le varie scadenze regolate a livello europeo, al pari dei cosiddetti ‘zero-emission’. Ma certamente il passo compiuto dai parlamentari europei ci incoraggia a continuare ad impegnarci e a vigilare perché questa strada sia percorsa fino in fondo, nell’interesse non solo di una lobby di parte ma, nell’interesse di tutti”.

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