Gli effetti del caro energia – un problema non solo italiano – potrebbero condizionare anche la produzione e la disponibilità di adblue, l’additivo utilizzato per ridurre significativamente le emissioni dei motori diesel da Euro 5 in su. Il problema non è certo attualissimo, dal momento che di adblue si parla già dall’inizio dell’anno, se non prima, principalmente per l’aumento deciso del prezzo, passato da 30-36 centesimi di due anni fa a 1,20 euro al litro. E se è vero che l’adblue è un additivo, quindi non va utilizzato nella stessa quantità del carburante, un aumento del genere non può che incidere sulla gestione di una flotta. Non è un caso che il Governo italiano abbia stanziato un credito d’imposta da quasi 30 milioni di euro per compensare le perdite dovute all’aumento dell’additivo.

Più difficile la produzione di adblue

Ora, come riportato anche dai principali quotidiani, si fa sotto lo spettro della scarsità dell’adblue. Tutto è partito dalla denuncia di Assotir, che in questi giorni ha fatto sentire la propria voce in merito al caro gasolio. Uno dei maggiori produttori europei di adblue, la tedesca Skw Piesteritz, ha fatto registrare rallentamenti nella produzione proprio a causa del caro energia. La stessa cosa è successa in Italia alla Yara Italia di Ferrara, frenata dalla difficoltà nella produzione di anidride carbonica, componente chiave della miscela utilizzata per l’adblue. In Germania, diversi attori della filiera dell’autotrasporto si sono detti preoccupati per i prossimi mesi. Non è difficile immaginare che la questione possa presto diventare di dominio pubblico anche in Italia.

Più cauta, come riporta Repubblica, Carlotta Caponi, segretario generale del FAI, la federazione degli autotrasportatori italiani. Caponi racconta come gli autotrasportatori siano attualmente più preoccupati per il prezzo dell’adblue, piuttosto che per il suo approvvigionamento. Da Assotir, invece, fanno notare come la situazione attuale penalizza chi possiede camion Euro 5 e 6, gli unici che utilizzano adblue per il motore e che hanno evidentemente investito su veicoli meno inquinanti.

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