ricetrasmittenti

Il Decreto Semplificazioni, al centro del dibattito pubblico e politico la scorsa estate, oltre allo snellimento burocratico e alla velocizzazione delle procedure per la costruzione delle infrastrutture, è andato ad impattare anche su una discreta quantità di adempimenti che, nonostante fossero ormai un rimasuglio dei decenni passati, dovevano continuare ad essere rispettati, provocando disagi non tanto per la cifra da pagare, quasi simbolica, piuttosto per le modalità farraginose che privavano gli interessati di tempo prezioso, ancora di più se tra questi vi erano dei lavoratori. E’ il caso delle ricetrasmittenti dei camionisti, soggette fino al 2020 ad una (mai amata) tassa di concessione di 12 euro. Che ora gli autotrasportatori, grazie al DL Semplificazioni, non saranno più tenuti a pagare.

Ricetrasmittenti, un obbligo in meno per i camionisti

Le ricetrasmittenti (o radio che dir si voglia) CB e PMR 446, anche se strumenti datati, sono utilizzate ancora da migliaia di camionisti, soprattutto per lavori a corto raggio, per esempio nel mondo del cava-cantiere o nella movimentazione di merci nei grandi terminal aeroportuali o negli hub intermodali. Ora, grazie all’abrogazione della tassa di concessione annuale di 12 euro, il cui pagamento è solitamente fissato per la fine di gennaio, i camionisti non dovranno più perdersi in lunghe code o in trafile burocratiche per il suo pagamento.

Inoltre, come indicato nel Codice delle Comunicazioni Elettroniche (articoli 127 e 145, commi 3 e 4) modificato proprio dal DL Semplificazioni, i possessori di ricetrasmittenti e radio CB e PMR 446 non saranno più nemmeno tenuti a segnalarne il possesso presso l’Ispettorato per le Comunicazioni Regionale. Non vi sarà più nemmeno dell’ottenimento del documento di esercizio da parte dell’Ispettorato Territoriale per le stazioni radioelettriche (i ponti radio) utilizzate nel settore dell’autotrasporto soprattutto in corrispondenza di aree di lavoro molto vaste. I radioamatori in possesso di regolare licenza dovranno comunque pagare la tassa annua di 5 euro.

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