Addio pedaggi fissi e vignette a forfait. Con 398 voti a favore e 32 astensioni lo scorso 25 ottobre il Parlamento europeo ha dato il via al decreto che, a partire dal 2023 (e dal 2028 per i mezzi con peso inferiore alle 3,5 ton), rende obbligatori per camion e autobus pedaggi calcolati in base all’usura delle strade (quindi al peso assiale) e all’inquinamento dei motori. Obiettivo dichiarato della UE è di raggiungere una maggiore efficienza energetica per il trasporto su gomma, spingendo fuori mercato i mezzi più anziani e inquinanti favorendo l’uso di veicoli con propulsione elettrica, ibrida o metano.

Pedaggi camion

Si impone quindi ad almeno otto Paesi, ovvero Svezia, Lituania, Lettonia, Danimarca, Romania, Bulgaria, Olanda e Lussemburgo di abbandonare definitivamente l’attuale sistema di vignette annuali, appiccicate al parabrezza o elettroniche, per cambiare regime. Ma dovrebbero fare lo stesso, almeno in parte, anche Austria, Cechia, Ungheria, Slovacchia, Slovenia e Germania visto che le loro classi di peso non coincidono con la norma.

Dubbi sulla conformità degli attuali pedaggi italiani

Si prevede infatti di dividere i veicoli in due classi: leggeri, sotto le 3,5 ton, e pesanti, tutti gli altri. È inoltre in dubbio se potranno essere ritenuti conformi i sistemi tariffari delle autostrade italiane, francesi e spagnole che attribuiscono i pedaggi in base a semplici classi di peso, senza introdurre correttivi legati al rispetto delle norme antinquinamento.

Ultima sorpresa, la ‘congestion charge’. Nella direttiva UE, infatti, partendo dal principio di una tariffazione dei pedaggi digitale e geolocalizzata, si lascia facoltà ai Paesi membri di istituire una sovrattassa da applicare in base a orari, aree critiche di traffico o situazioni di congestione per disincentivare l’uso dei mezzi privati per il trasporto di persone e per favorire l’uso di fasce orarie meno congestionate per la logistica delle merci.

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