Il Parlamento UE ha approvato ieri la proposta delle Commissione che mira a vietare la vendita di auto e furgoni con motori diesel o benzina in Europa a partire dal 2035. Quello approvato ieri con 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astensioni è un testo proposto lo scorso luglio dalla Commissione nell’ambito del programma ‘Fit for 55’, che punta a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro la fine di questo decennio (ne parliamo qui).

Il Parlamento UE su auto e van dal 2035 in poi

“Nel testo approvato, i deputati sostengono la proposta della Commissione di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035 con l’obiettivo, a livello europeo, di produrre autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri nuovi a zero emissioni. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sarebbero fissati, secondo la posizione del PE, al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni”, si legge nella comunicazione ufficiale delle istituzioni comunitarie. Si tratta, a ben vedere, di una svolta storica che impone ai costruttori di auto e veicoli commerciali leggeri di accelerare ulteriormente la transizione energetica già in atto. Con immaginabili conseguenze a cascata anche in altri settori, come quello dei truck.

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Contestualmente all’approvazione da parte del Parlamento UE sono arrivate le primissime reazioni dalle principali organizzazioni comunitarie dell’automotive. Prima fra tutte ACEA, che riunisce i costruttori di veicoli, appunto. Da una parte, ACEA plaude al percorso verso una transizione green anche nel trasporto; dall’altra, però, sottolinea i rischi di una trasformazione industriale dalla portata enorme, specialmente se lo scenario che abbiamo di fronte è quello di uno stop assoluto all’immatricolazione di veicoli termici dal 2035.

Il commento del presidente di ACEA e CEO di BMW

“Considerata la volatilità e l’incertezza che stiamo vivendo in questi giorni, qualsiasi misura legislativa a lungo termine che vada oltre l’attuale decennio è quanto meno prematura”, ha detto il presidente di ACEA, e CEO del gruppo BMW Oliver Zipse. “Bisogna innanzitutto valutare se la diffusione dell’infrastruttura di ricarica e la disponibilità di materie prime per la produzione di batterie saranno adeguate a coprire il fabbisogno di veicoli elettrici entro la data stabilita dalla Commissione”.

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