Quello della sostenibilità è un filo conduttore straordinariamente importante per Michelin, che prosegue e rilancia nel percorso avviato nel 2021 con l’Attestato per la gestione sostenibile dei pneumatici (qui il nostro post sull’edizione 2024). Un riconoscimento, quello assegnato alle aziende di trasporto che credono nella rigenerazione dei pneumatici, coniugando quindi attenzione all’ambiente e redditività economica, che sta facendo decisi progressi, non soltanto in termini di aziende coinvolte. Da quest’anno, infatti, l’attestato conferito alle flotte è certificato dall’ente terzo Dekra, molto attivo in ambito automotive, grazie a un accordo siglato in tutta Europa.

La conferenza stampa organizzata da Michelin all’agriturismo Ferdy di Lenna (BG)

L’Attestato Michelin per la gestione sostenibile dei pneumatici

Quella dell’attestato, infatti, pur essendo un’iniziativa partita dall’Italia, si è ormai allargata anche ad altre nazioni europee, dalla Francia alla Spagna; dal Portogallo al BeNeLux. Altra importante novità di quest’anno è l’ampliamento delle flotte che possono potenzialmente ottenere il riconoscimento: mentre prima erano solo quelle affiliate a Michelin Servizi e Soluzioni, adesso anche flotte la cui gestione dei pneumatici è affidata ad Euromaster (società franchising del gruppo Michelin) e flotte che gestiscono i pneumatici in maniera autonoma. L’importante è rispettare i criteri fondamentali stabiliti dal costruttore transalpino, vale a dire effettuare la riscolpitura dei pneumatici sul 10 per cento dei veicoli e la ricostruzione dei pneumatici stessi sul 30 per cento dei mezzi del parco.

Silvia Vergani, direttrice marketing di Michelin Italiana

Quello della ricostruzione dei pneumatici è un tema spinoso per chi gestisce le flotte, frutto di un retaggio culturale difficile da estirpare. «In passato la ricostruzione dei pneumatici non veniva sempre effettuata a regola d’arte», ha spiegato la direttrice marketing di Michelin Italiana, Silvia Vergani, rispondendo a una nostra domanda. «Oggi non è più così perché è migliorato significativamente il controllo qualità, oltre alla tecnologia. Noi abbiamo una rete di ricostruttori su tutto il territorio che vengono sottoposti ad audit continui da parte di Michelin. Poi, per la verità, il ciclo temporale necessario per la ricostruzione è sicuramente più lungo rispetto all’acquisto di un nuovo pneumatico: deve essere programmato e gestito nel modo giusto».

Anche per questa ragione, la ricostruzione è un processo che meglio si adatta alle aziende di trasporti più grandi e strutturate. Tuttavia, qualcosa sta cambiando anche in questo senso. «Siamo sicuramente partiti da flotte più grandi, che avevano già una relazione diretta con noi», aggiunge Silvia Vergani. Sulla scorta dell’importanza che ha assunto il riconoscimento, anche altre flotte, magari più piccole, iniziano a chiederci come fare per ottenere l’attestato. Di certo, in linea di principio, quanto più la flotta è strutturata, tanto più è attenta alla questione della rigenerazione dei pneumatici».

michelin

Tutti i numeri del risparmio (di CO2 e non solo)

Quest’anno, come detto, sono state 34 le aziende (tutte riportate qui sopra) che hanno conseguito il riconoscimento di Michelin, che può essere certamente un completamento di un bilancio di sostenibilità oppure una dimostrazione di virtù da comunicare ai committenti. Per dare qualche numero, le flotte che hanno ricevuto l’attestato hanno un parco circolante di circa 10.700 autocarri. In termini di CO2, il risparmio complessivo è stato di 3.957 tonnellate, l’equivalente delle emissioni di circa 40 voli aerei tra Milano e New York, oltre a 1.388 tonnellate di materie prime. Una quantità di risorse necessarie a produrre 19.841 pneumatici autocarro. Nel 2024, le flotte monitorate sono state oltre 100, per un parco totale veicoli di circa 30.000 unità. Di certo, l’operazione di riscolpitura dei pneumatici consente, secondo Michelin, un risparmio stimato di 2 litri di carburante ogni 100 chilometri percorsi. In un anno, tarando a 1,7 euro al litro il costo del carburante, per ogni veicolo fa circa 300 euro. Da moltiplicare per il numero dei camion presenti in flotta.

«Immaginando un contesto ideale, in cui tutte le aziende di trasporto in Italia applicano il sistema di rigenerazione, si risparmierebbero oltre 31 mila tonnellate di materie prime, necessarie per produrre 450 mila pneumatici», prosegue Vergani, puntualizzando come quello dell’attestato non sia un progetto commerciale per Michelin, ma un modo concreto per supportare la sotenibilità.

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