Alle 9.30 del 24 ottobre 2001 l’incidente tra due camion nel tunnel del San Gottardo e il successivo incendio provocarono undici morti. Ne scaturì la costruzione del temuto Schwerverkehrszentrum (Centro per il traffico pesante) di Erstfeld. Con cui il Canton Uri, dov’è l’imbocco settentrionale della galleria, attua una sorta di posto di blocco permanente che filtra i camion in transito verso l’Italia dosando il numero dei veicoli avviati ogni ora nel tunnel. Non solo. Se l’occhio esperto dei poliziotti svizzeri valuta che il veicolo non può proseguire senza ulteriori controlli, lo blocca.

Schwerverkehrszentrum

Di fatto, si tratta del centro di controllo dei camion in transito più grande d’Europa: un piazzale da 70 mila metri quadri in grado di ospitare 495 tir con 52 postazioni di controllo con oltre 50 funzionari. Macchina che, nel 2016, su 19.290 camion verificati ne ha beccati 6.036 fuorilegge e ha elevato 10.248 verbali. Risultato che ha quasi dell’incredibile, considerato che si tratta di un posto di controllo fisso, noto in tutta Europa e temuto per la puntigliosità delle verifiche, al quale è impossibile sottrarsi.

Se non è tutto a posto non si passa

Eppure ci sono aziende e autisti (in prevalenza dell’Est ma non solo) che, in una sorta di roulette russa, tentano comunque di passare con camion in condizioni impossibili. Al punto che per 88 veicoli il viaggio si è concluso ad Erstfeld, perché date le loro condizioni il carico è stato trasferito su un altro tir. Ancora, nel corso del 2017 i controlli mirati per individuare dispositivi per escludere l’AdBlue hanno portato al fermo di 103 motrici, circa lo 0,7 per cento dei mezzi verificati.

Peccato che allo Schwerverkehrszentrum non si sbottonano sulla nazionalità dei camion peggiori: «Capita raramente di trovare irregolarità gravi sui camion con targa nazionale, ma preferiamo evitare di innescare la caccia alle streghe».

Schwerverkehrszentrum

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