Il Consiglio europeo si è finalmente espresso sullo standard Euro 7, che dovrebbe fissare i livelli di emissioni consentiti per i nuovi motori a combustione interna (qui la proposta iniziale della Commissione UE). Per la prima volta, un unico atto giuridico comunitario ha riguardato diversi segmenti automotive, come auto, furgoni e veicoli pesanti. Venendo incontro alle richieste provenienti da diversi Paesi, tra cui l’Italia, il Consiglio ha esteso il periodo consentito per applicare le nuove disposizioni: per i veicoli pesanti ci saranno 48 mesi di tempo dopo l’entrata in vigore del regolamento per quanto riguarda i nuovi modelli e 60 mesi per quelli già omologati. Tra i veicoli leggeri (auto e furgoni) si passa da 24 a 30 mesi per i nuovi veicoli e a 42 per quelli esistenti.

Inoltre, l’orientamento generale del Consiglio mantiene i limiti di emissione e le condizioni di prova per i veicoli leggeri attualmente applicabili. Nel caso dei veicoli pesanti, i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adeguate. Il regolamento Euro 7 contiene inoltre una disposizione speciale sugli autobus urbani in modo da garantire la coerenza con il nuovo obiettivo di azzeramento delle emissioni entro il 2030 proposto per questi veicoli.

Euro 7, parla il rappresentante del Consiglio europeo

“L’Europa è rinomata in tutto il mondo per le autovetture di alta qualità e a basse emissioni che produce. Vogliamo continuare a perseguire l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria”, ha detto Héctor Gómez Hernández, ministro ad interim dell’Industria, del commercio e del turismo, rappresentante della presidenza spagnola di turno. “La nostra posizione è quella di continuare a guidare la mobilità del futuro e fissare livelli realistici di emissioni per i veicoli del prossimo decennio, aiutando nel contempo la nostra industria a compiere un salto definitivo verso automobili pulite nel 2035. La presidenza spagnola è stata sensibile alle diverse richieste degli Stati membri e con questa proposta riteniamo di avere conseguito un ampio sostegno, un equilibrio nei costi di investimento dei fabbricanti e un miglioramento dei benefici ambientali derivanti dal regolamento”.

De Vries (ACEA): “Un miglioramento rispetto alla proposta della Commissione”

“La posizione degli Stati membri rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta Euro 7 della Commissione Europea, che era del tutto sproporzionata e comportava costi elevati per l’industria e i clienti, con benefici ambientali limitati”, ha dichiarato Sigrid de Vries, Direttore Generale dell’ACEA. “L’obiettivo del Consiglio di mantenere gli efficaci test Euro 6/VI è ragionevole. Tuttavia, rispetto all’attuale normativa, l’Euro 7 è molto più ampio per le nuove autovetture, i furgoni e, in particolare, i veicoli pesanti, e richiede notevoli sforzi di progettazione e di test. Come tale, richiederà enormi investimenti aggiuntivi da parte della nostra industria in un momento in cui sta riversando tutte le sue risorse nella decarbonizzazione”.

Vavassori (ANFIA): “Valutato l’approccio pragmatico e razionale”

E mentre, dall’Italia, filtra soddisfazione da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’accoglimento delle istanze italiane in sede di Consiglio, arriva il commento di Roberto Vavassori, presidente di ANFIA. “Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto oggi dal Consiglio, perché tiene conto della maggior parte delle osservazioni tecniche e strategiche che ANFIA aveva condiviso con le istituzioni nazionali ed europee. Giuste le nuove date di entrata in vigore, coerente la scelta di mantenere gli attuali standard per i veicoli leggeri e quella di riportare i test di prova a banco per i veicoli pesanti, fondamentale il coordinamento della regolamentazione di freni e pneumatici con quella dell’UNECE. L’approccio pragmatico e razionale che l’Italia e gli altri Stati Membri hanno adottato nell’affrontare un dossier così importante per la filiera automotive europea fa riaffiorare la speranza che in Europa sia possibile discutere e decidere senza ideologie. In tal senso, al Governo italiano, e in particolare al MIMIT, va riconosciuta la tenacia di una leadership importante mantenuta in tutte le fasi negoziali sui temi prioritari per la nostra industria”.

Artusi (Federauto): “Non sottrarre risorse alla transizione”

“L’aspetto più significativo della nuova adozione”, ha commentato il vicepresidente di Federauto, Massimo Artusi, “è rappresentato dalla crescita della consapevolezza presso le istituzioni europee della necessità di correggere gli aspetti ideologici delle proposte iniziali della Commissione, per imboccare la strada del pragmatismo. I tempi di applicazione per i veicoli pesanti prorogati a quattro anni dalla data di pubblicazione del Regolamento, le profonde correzioni sulle funzioni dei sistemi di emission control, l’affidamento ai singoli Stati Membri della definizione delle sanzioni, la rimozione dell’obbligo di immatricolare solo elettrici e fuel-cell per i bus urbani dal 2030 sono tutti elementi che permettono
all’industria e alla ricerca di programmare nel tempo i propri investimenti, senza sottrarre risorse
preziose alla transizione verso motori e carburanti bio e carbon neutral e senza mettere a repentaglio i
bilanci aziendali e i posti di lavoro”.

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