La campagna di controlli svoltasi dal 19 al 25 aprile organizzata dal network delle polizie stradali europee ROADPOL ha dato i suoi frutti. Che, ancora una volta, si sono rivelati particolarmente amari per molti utenti dalla strada a giudicare dai dati che hanno interessato Lucca, provincia toscana in cui gli agenti della polizia stradale hanno dato ben 467 multe in poco meno di una settimana. L’intensificazione dei controlli, in linea con il nome che ROADPOL ha lanciato per l’iniziativa di aprile ovvero ‘Speed Marathon’, ha riguardato in particolar modo gli eccessi di velocità, registrati dalle forze dell’ordine lucchesi tramite autovelox, utili anche per il controllo a distanza, e telelaser per il controllo in presenza. L’obiettivo è sempre quello di elevare gli standard di sicurezza stradale armonizzando le attività di prevenzione, informazione e controllo.

Tra i tanti utenti della strada che hanno superato i limiti di velocità, andando incontro alle sanzioni più disparate in base ai chilometri in eccedenza rispetto al massimo consentito, anche alcuni camionisti, che forse hanno schiacciato l’acceleratore con troppa veemenza dove non era loro consentito, probabilmente anche nelle strade provinciali extraurbane, dove in alcune tratti i limiti possono risultare particolarmente severi e cambiare repentinamente.

Eccesso di velocità, la diatriba del cronotachigrafo

Alcuni di questi camionisti, tra l’altro, sono stati multati per eccesso di velocità non tramite l’ausilio della strumentazione tecnologica illustrata precedentemente, bensì attraverso l’analisi del cronotachigrafo digitale che, come è ben noto, in alcuni casi oltre ai dati sui tempi di guida e di riposo, è in grado anche di calcolare la velocità media del mezzo in maniera del tutto simile ai tutor autostradali.

Una questione, quella del rilevamento delle infrazioni dei camionisti tramite l’analisi del cronotachigrafo, che è stata al centro di aspre polemiche qualche mese fa tra il nostro Paese e l’Unione Europea. Infatti, se in Italia questa pratica è permessa dal Codice della Strada, a livello europeo va contro il Regolamento UE n.165/2014 secondo cui tramite l’analisi delle apparecchiature interne del mezzo è valido sanzionare l’autotrasportatore solo per il mancato rispetto dei tempi di riposo e non per eccesso di velocità. Il malcontento dell’UE si era tradotto perfino nella messa in mora dell’Italia che aveva dunque due mesi di tempo per adeguarsi alle norme comunitarie. Cosa che, a giudicare dalla cronaca, non sembra essere avvenuta.

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