Come anticipato più volte durante le scorse settimane, da oggi 26 giugno entrano in vigore le nuove norme su patente e formazione professionale. Tra le tante novità anche quelle che modificano la disciplina per la formazione e l’ottenimento della CQC, la Carta di Qualificazione Professionale dei Conducenti. E proprio in merito a questo argomento FIAP, la Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, ha portato all’attenzione del Mit due proposte che aveva già avanzato nel 2013 ma che, da allora e per più di 7 anni, sono rimaste sostanzialmente lettera morta. Secondo l’associazione di categorie queste proposte “potrebbero essere rispolverate e adottate” poiché “comporterebbero indubbi vantaggi per tutti”.

FIAP

FIAP, a chi frequenta ripristino punti della patente

“La prima proposta riguarda il sistema a punti applicato alla CQC – esordisce Silvio Faggi, Segretario Nazionale FIAP -. A chi frequenta un corso di rinnovo della carta di qualificazione, della durata di 35 ore, andrebbe a nostro avviso ripristinata la dotazione di 20 punti iniziale, nel caso in cui il punteggio effettivo al momento del termine del corso sia inferiore. I programmi didattici per i corsi per il recupero dei punti e quello per il rinnovo della CQC sono molto simili ed insistono sulle stesse tematiche. Quindi, una evidente perdita di risorse e tempo per un conducente che si ritrova a frequentare corsi i cui contenuti sono ripetitivi.”

Va ricordato infatti che quella dell’ottimizzazione dei tempi dei corsi è una tematica centrale per la Direttiva UE 2018/645, la norma da cui, fondamentalmente, il Decreto del 10 giugno ha recepito i nuovi punti su formazione professionale e patente. Il rischio, infatti, per gli autisti che hanno più certificati e patentini (ADR, trasporto animali vivi ecc) è che gli stessi argomenti si ripresentino più volte con una conseguente perdita di tempo a cui, inevitabilmente, potrebbero seguire perdite economiche per l’azienda.

Un proposta di razionalizzazione e ottimizzazione dei tempi, utile a tutti insomma, e quindi ancora più necessaria “se poi si osserva che alcuni Stati aderenti alla U.E. non impongono alcuna formazione obbligatoria per il rilascio della CQC”, creando così dei disequilibri nel mercato.

FIAP

Diminuire la durata dei corsi ridistribuendoli negli anni: una razionalizzazione necessaria

La seconda proposta si rivolge all’aspetto una tantum e intensivo dell’attuale legislazione in merito alla CQC, per certi aspetti poco razionale e fin troppo rigida. In questo caso per FIAP l’intento è quello “di razionalizzare il concetto di formazione per il rinnovo della carta di qualificazione attraverso un percorso formativo continuo a cadenza annuale”. Un proposta, tra l’altro, ancora presene sul portale FIAP

Faggi ribadisce che l’idea era nata poiché l’imposizione di “un corso di 35 ore da tenersi in due mesi con orari e modalità rigide era ed è tutt’ora un obbligo che poco o nulla ha da spartire con l’esigenza di aggiornare e consolidare le conoscenze di base necessarie per svolgere la professione. Un onere mal sopportato dai conducenti ma anche dagli stessi formatori e che, fra l’altro, ha dato luogo anche ad abusi. Una formazione siffatta non solo non raggiunge gli scopi per i quali è stata prevista – avvisa il Segretario – ma rischia di essere addirittura contro producente”.

Fiap propone quindi un corso di 7 ore l’anno, spalmato su un arco temporale di cinque anni, in modo da riottenere le iniziali 35 ore. In questo modo il nuovo corso “non genera problemi per nessuno, né per l’azienda che può gestire una rotazione corta fra i propri dipendenti né per i conducenti che a differenza di ora che si vedono costretti a prendere una settimana di ferie o a giocarsi 5 sabati consecutivi del proprio tempo, potrebbero partecipare senza affanno alle attività formative di aggiornamento”.

“La proposta – conclude Faggi – a nostro avviso ha anche il pregio di consentire un aggiornamento continuo sulle nuove disposizioni in materia di circolazione e norme di comportamento cosa non altrettanto efficace e tempestiva se si è obbligati a frequentare un corso dopo 5 anni rispetto al precedente”.

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