Mentre i contagiati e i decessi da Coronavirus in Italia non accennano a rallentare (il bollettino della Protezione Civile nella giornata di ieri ha registrato un totale di 1004 guariti, 10149 contagiati e 631 decessi), alcune nazioni europee hanno iniziato a chiudere le frontiere con il nostro paese. Austria, Svizzera e Slovenia stanno chiudendo i confini terrestri attraverso controlli doganali ancora più serrati; Spagna, Albania e Danimarca con la sospensione di tutti voli da e per l’Italia. Gli annunci si sono susseguiti durante tutta la giornata di ieri e, stamattina, sono arrivate le prime attuazioni come, per esempio, il blocco di tutti i treni passeggeri transitanti per il Brennero. Una rassicurazione per gli autotrasportatori: per ora, infatti, i tir non hanno nessuna limitazione, esclusi i controlli sanitari a campione effettuati dalla polizia di frontiera, a cui devono obbligatoriamente sottoporsi. La situazione però potrebbe cambiare.

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Coronavirus, dopo l’inizio dei controlli austriaci arriva il blocco delle frontiere

Ieri l’Austria, dopo l’inizio dei controlli sanitari tramite misurazione della temperatura e questionari agli autisti, è stata la prima ad annunciare la chiusura delle frontiere con l’Italia, una decisione che era già nell’aria da svariati giorni, come si poteva capire dalle dichiarazioni rilasciate da Kurz domenica scorsa alla tv di Stato, in piena emergenza Coronavirus: “Dobbiamo evitare che vi sia una rapida diffusione del Coronavirus contemporaneamente all’influenza. Non ci sarà solo una restrizione del traffico aereo con l’Italia ma dovremo anche valutare ogni giorno quali misure prendere”. Misure drastiche che, puntuali, sono arrivate, non senza qualche polemica: il presunto accordo tra le parti – Italia, Austria e Unione Europea in merito alla normativa Schengen – che il cancelliere aveva fatto intendere con la sue dichiarazioni nella giornata di ieri, non ci sarebbe mai stato. Une decisione a senso unico quindi, quella presa da Vienna che, oltre alla chiusura delle frontiere, ha sospeso anche tutti i voli per la penisola.

Karl Nehammer, il Ministro dell’Interno austriaco, ha fatto sapere che “I controlli di frontiera saranno intensificati, mentre il transito per il Paese sarà consentito solo senza soste in Austria”, incentivando tutti i cittadini austriaci in Italia a tornare in patria e a sottoporsi alla quarantena volontaria di due settimane. Gli fa da sponda il governatore del Tirolo Guenther Platter: “Con l’estensione della zona protetta su tutta l’Italia, possiamo dire che saranno chiusi i confini ad eccezione del traffico di rientro”.

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Anita, le preoccupazioni delle associazioni di categoria per il Coronavirus

Le critiche da parte delle associazioni di categoria non sono tardate ad arrivare, accompagnate da tanta apprensione in un momento davvero delicato: “Siamo molto preoccupati per le notizie che stanno circolando in queste ore, a seguito della conferenza stampa tenuta dal Cancelliere Kurz, sulle misure di controllo alle frontiere che il Governo austriaco intende attuare. Non è ancora chiaro se esse interesseranno anche il traffico merci da e per l’Italia e, dunque, gli autisti italiani impiegati in tali operazioni di trasporto” – esordisce il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner. “Secondo le anticipazioni del Cancelliere Kurz, il passaggio alle frontiere sarebbe autorizzato dietro presentazione di un certificato medico che esclude l’assenza d’infezione da COVID-19 e che tale misura non riguarderebbe gli austriaci di rientro dall’Italia. Ha poi aggiunto che potrebbero esserci eccezioni per il traffico merci, ma senza fornire alcun dettaglio di come saranno gestite.

“Se adottata anche per gli autisti dei mezzi pesanti, significherebbe di fatto un impedimento per gli autisti italiani di effettuare trasporti con l’Austria, mentre gli autisti austriaci si ritroverebbero in una situazione privilegiata a entrare ed uscire liberamente dall’Italia, eseguendo tutti i trasporti bilaterali senza alcuna limitazione. Auspichiamo che il Governo austriaco, nell’adottare le decisioni definitive su questa partita, non applichi restrizioni in tal senso al traffico merci tra i due Paesi ma anche a quello di transito e chiediamo al Governo italiano il massimo impegno per scongiurare il pericolo di restrizioni alla circolazione dei mezzi ai confini con l’Austria per impedire questa ennesima discriminazione dei vettori italiani rispetto ai vettori austriaci. Se così non fosse, l’economia del nostro Paese ne sarebbe gravemente danneggiata” ha poi concluso Baumgartner.

Confetra: “Paese sta combattendo, ma altri Stati perseguitano l’industria logistica italiana”

Il presidente di Confetra Guido Nicolini, in una lettera inviata al Governo, esprime la preoccupazione di tutto il settore dei trasporti in merito alla situazione internazionale, di ora in ora sempre più incerta, e chiede rassicurazioni: “il Paese sta combattendo, i cittadini stanno combattendo, le imprese stanno combattendo. Per quanto dura, ce la faremo. Pronti a farci carico di ogni sacrificio ed a collaborare, come sta già virtuosamente avvenendo, con il nostro Ministero di riferimento, il MIT, con il Ministero della Salute, con l’Agenzia delle Dogane, con la Protezione Civile. Ma non possiamo combattere anche contro altri Stati, molti addirittura europei, che stanno letteralmente perseguitando l’industria logistica italiana ed i suoi lavoratori: alle frontiere, nei transiti, nei controlli, nelle operazioni, negli sbarchi e negli imbarchi. Austria, Slovacchia, Turchia, Malta e Albania gli ultimi dolorosi esempi. Ci affidiamo a Lei, ai Ministri Di Maio ed Amendola, al Vice Presi-dente Gentiloni: non lasciate che sia ulteriormente ed immotivatamente colpita l’industria logistica italiana”.

 

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