Che gli autisti non si trovino più è ormai un dato di fatto, particolarmente preoccupante. L’allarme carenza autisti era già stato lanciato tempo fa dall’Unrae, per poi essere ripreso qualche settimana fa da CNA: ora è invece CGIA, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, a rimarcarlo in una nota, riprendendo e confermando quanto già sostenuto in precedenza dalle due associazioni di categoria. Nell’elenco delle professioni di difficile reperimento stilato da CGIA, oltre alle mansioni riconducibili al mondo dei servizi turistici, emerge che in tutte le principali province del Sud le imprese faticano a trovare soprattutto gli autotrasportatori.

carenza autisti

Carenza autisti in un mercato del lavoro altalenante in tutta Italia

Dallo studio effettuato dalla CGIA salta all’occhio un dato in particolare: nel mercato del lavoro italiano circa il 32,8% delle assunzioni – su un totale di 500.000 posti a gennaio 2020 – sono stati di difficile reperimento non solo per la mancanza dei candidati (poco meno di 72.500, ovvero il 15,7%) ma anche per l’impreparazione dei pochi che si sono presentati ai colloqui (circa 63.700, in pratica il 13,8%). Quello della polarizzazione dell’offerta di lavoro è un trend che, ovviamente, è stato seguito anche dal mondo dei trasporti. Da una parte si cerca personale altamente qualificato, dall’altra risorse con bassi livelli di specializzazione. Le ricerche, nonostante le direttive diverse, attualmente producono lo stesso (non) risultato: se il personale specializzato non si trova a causa dello scollamento tra scuola e lavoro in alcune zone d’Italia, le posizioni meno qualificate vengono rifiutate dai giovani e, solo in parte, ricoperte da stranieri.

Per spiegare la carenza autisti e l’allontanamento dei giovani dalla professione, nella nota vengono illustrate due possibili cause: in primis il costo per ottenere la patente C o D e la “Carta di Qualificazione del Conducente” (CQC) il cui prezzo si attesta tra i 2.500 e i 3.000 euro; dall’altra parte la fatica crescente a cui gli autisti sono sottoposti poiché spesso, alle ore di guida,  si accompagnano anche quelle necessarie per compiere le operazioni di carico e scarico merci. La carenza di autisti di mezzi pesanti si concentra, come detto, soprattutto al Sud nelle province di Bari, Catania, Caserta, Foggia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo, Salerno e riguarda un settore che, negli ultimi dieci anni, dopo la crisi finanziari del 2008, ha perso quasi 25 mila padroncini. Una situazione ulteriormente aggravata dall’emergenza Coronavirus che ha colpito il nostro Paese proprio in queste settimane.

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Dopo la sospensione dei corsi Cqc prorogate le certificazioni attuali

I provvedimenti del Governo, emanati per contenere il contagio, stanno colpendo tutti i settori dell’economia nazionale, tra cui quello dei trasporti. Tra le varie misure previste c’è anche la sospensione dei corsi di formazione sulla Cqc, il cui costo oneroso è, come sosteneva CIEG, tra i tanti motivi che spingono i giovani ad abbandonare la mansione di autotrasportatore. Andrea Manfron, segretario generale di Fai Conftrasporto-Confcommercio, nell’audizione della scorsa settimana davanti alla Commissione trasporti della Camera, aveva sottolineato i possibili effetti nefasti della sospensione su un settore già in grande difficoltà.

“La sospensione dei corsi, se non ci saranno contrordini, bloccherà molti autisti”, aveva spiegato Manfron. “Nell’incontro di ieri (mercoledì scorso) abbiamo fatto presente il problema e le conseguenze nel settore dell’autotrasporto, sottolineando la necessità che venga dato più tempo per terminare i corsi di formazione attualmente sospesi per l’emergenza coronavirus”.

L’appello di Manfron, per fortuna, è stato prontamente recepito dalla Commissione trasporti che, tra le varie misure, ha prorogato la validità delle carte di qualificazione del conducente (per l’appunto, Cqc) attuali, per limitare gli effetti negativi a carico dei lavoratori

 

 

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