La questione annosa del caro carburanti sta investendo in pieno il settore del gas naturale per autotrazione. Dopo l’appello di Assogasmetano, adesso interviene anche Federmetano con una lettera, il cui testo è stato diffuso l’11 luglio, destinata al governo italiano, e in particolare al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Economia Daniele Franco e a quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Caro carburanti, la preoccupazione di Federmetano

Federmetano si dice molto preoccupata per le “1.100.000 famiglie – a basso e medio reddito, che hanno scelto il CNG per la loro mobilità in quanto ecologicamente ed economicamente sostenibile – dovranno fare i conti, se non si interviene tempestivamente, anche con l’impossibilità di alimentare i propri mezzi a causa di una crisi che rischia di paralizzare l’intero settore del gas naturale per autotrazione”.

Per questo, in previsione di un eventuale “price cap” sulla materia prima – con effetti anche sull’autotrazione – certamente auspicabile ma, date le condizioni attuali, tardivo e non in grado di riuscire a evitare il peggio (chiusura totale dei punti vendita), Federmetano ha fatto alcune richieste. Tra queste, l’azzeramento dell’IVA e la proroga dell’azzeramento dell’accisa almeno fino alla fine di quest’anno; la sospensione temporanea del pagamento del contributo per la Gestione del Fondo Bombole Metano; l’estensione anche al CNG del credito d’imposta del 20% agli autotrasportatori e un contributo una tantum a fondo perduto per il sostegno ai distributori di gas naturale per autotrazione monocarburanti.

Federmetano ha anche ribadito, ancora una volta, di voler istituire un tavolo tecnico ad hoc per illustrare le proposte sopra citate e discutere di eventuali altre misure per contenere e affrontare la crisi. Ricordiamo che lo scorso maggio il governo aveva accolto le richieste delle associazioni operanti nel settore del gas naturale per autotrazione (tra cui Federmetano) e, oltre alla proroga del taglio delle accise, si era giunti a una riduzione dell’IVA al 5%, come richiesto appunto dalle associazioni.

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