In tempi complicati e decisamente confusi come quelli che sulla strada verso la mobilità delle persone e delle merci a emissioni zero sta vivendo l’industria e il mondo dell’automotive al gran completo, abbiamo almeno una certezza: che nulla sarà più come prima.

E, in tutti i casi, che lo si voglia o meno, occorrerà che anche i più recalcitranti al cambiamento se ne facciano una ragione: l’elettrico c’è e ci sarà. Come la rivista Vado e Torno ha messo nero su bianco anche recentemente (n. 3/2025), la rivoluzione della mobilità commerciale è ormai un processo inarrestabile.

Non è una strada semplice, ma certo trattasi, per le case costruttrici anzitutto, per i fornitori di componentistica e non ultimo anche per gli utilizzatori finali del prodotto, di sfida stimolante che richiede un grandissimo impegno, l’impiego del più ampio know-how e il costante upgrade tecnologico.

Un’ulteriore conferma in questo senso l’avevamo ricevuta assistendo in anteprima a Parigi al lancio ufficiale dei primi van elettrici Flexis, la joint venture formata da Renault, Volvo e CMA-CGM (colosso francese della logistica). Un’unica piattaforma nativa elettrica e tre tipologie di van pensati per rivoluzionare la mobilità commerciale urbana nei prossimi anni attraverso lo stretto connubio tra hardware made-in-Europe e software.

Ora Renault, in occasione del Commercial vehicle show di Birmingham, ha presentato i tre nuovi modelli con il marchio della Losanga sviluppati sulla piattaforma flessibile e scalabile Software defined vehicle.

Architettura software centralizzata

Con la piattaforma Sdv sviluppata da Ampere, sulla cui base prendono forma i modelli di veicoli progettati Flexis, cambia completamente il modo di concepire e progettare i veicoli.  Per la serie, appunto, niente sarà più come prima.

Mentre infatti fino a oggi (ma a questo punto potremmo anche dire fino a ieri) lo schema classico, veicoli termici o elettrici, muoveva in buona sostanza da telaio e motore sui quali integrare in seconda battuta tutta una serie di equipaggiamenti elettronici e centraline (fino a 80 per veicolo), con l’inevitabile conseguenza di limitare le prestazioni e l’aggiunta di nuove funzioni, il nuovo rivoluzionario approccio Sdv di Ampere si concentra, spiega Renault, «sulla creazione di una piattaforma unica che integra un’architettura software centralizzata con il sistema operativo connesso e intelligente in grado di controllare, analizzare e migliorare le funzioni del veicolo in modo veloce e affidabile».

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L’innovativo Estafette, van che richiama nel nome il fortunato transporter Renault prodotto e commercializzato (con successo: oltre 500 mila esemplari venduti) negli Anni 60 e 70.

Il cervello sono le super centraline

I nuovi modelli integrano quindi una sorta di super centraline che rappresentano il cuore e il cervello stesso del veicolo, processano i dati dei vari sensori, in particolare quelli dei diversi sistemi di assistenza alla guida, del motore e del telaio, senza naturalmente tralasciare il bouquet di servizi multimediali e di connettività.

Non è tutto, perché l’ulteriore vantaggio per i tre gioielli Renault è rappresentato dalla possibilità di realizzare specifici upgrade aggiungendo ancora altre funzioni attraverso aggiornamenti da remoto tramite cloud in tempo reale e per l’intero ciclo di vita del veicolo.

Tutto questo si traduce in vantaggi rilevanti, in particolare su due aspetti: la possibilità che si determina di mantenere più a lungo nel tempo l’efficienza, nonché il valore stesso del veicolo che, ne sono convinti in Renault, «dopo tre, quattro anni, avrà perso meno valore in quanto si sarà arricchito di nuove funzioni». Insomma, il nuovo Trafic, così come l’Estafette e il Goelette, invecchieranno più lentamente.

Davvero allora si può dire che con Ampere e Flexis, Renault reinventa di fatto la categoria dei van. E se non è rivoluzione (tecnologica) questa, poco ci manca.

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Il Renault Goelette.

Motore da 150 kW per i tre modelli

Naturalmente, ci sarà tempo per entrare nel dettaglio delle caratteristiche e delle peculiarità di ciascun modello. Questo perché, come annunciato dallo stesso costruttore francese, Trafic, Estafette e Goelette, che in comune avranno, oltre al motore elettrico da 150 kW alimentato da batterie al nichel-manganese-cobalto, anche lo stabilimento di produzione, quello di Sandouville, in Normandia, arriveranno sul mercato soltanto nella seconda parte del 2026.

Tuttavia, qualche anticipazione siamo già in grado di darla. La più importante è che, benché trattasi di tre modelli nativi elettrici, in realtà saranno predisposti per accogliere anche altre forme di alimentazione, dal diesel al fuel cell.

Per quanto riguarda i singoli modelli, il Trafic (alla quarta generazione) è previsto con due passi e altrettanti volumi (5,1 e 5,8 m3). Il pianale Goelette, allestibile con furgonature fino a 15 m3, sarà a catalogo anche con cabina doppia a 6 posti. L’Estafette, che con i suoi 2.600 mm di altezza e l’abitacolo separato dal vano di carico di 9,2 m3 dalla porta scorrevole che si chiude automaticamente, offre all’autista la possibilità di muoversi liberamente tra gli spazi, sarà invece a listino in un’unica versione.

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Il Renault Trafic.

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