La mappatura delle “fabbriche di comunità” per la somministrazione del vaccino Covid-19, promossa da Confindustria e a cui avevano aderito con entusiasmo anche le associazioni dell’autotrasporto ANITA e Fai-Conftrasporto, si è conclusa con l’adesione, su base volontaria, di oltre 7.000 realtà imprenditoriali in soli nove giorni. Le imprese che hanno risposto al questionario conoscitivo lanciato dall’associazione degli industriali hanno reso disponibili per il potenziamento della campagna vaccinale oltre 10.000 locali, tra palestre, terminal, hub logistici e molto altro, in alcuni casi anche per un periodo superiore a tre mesi.

“Sono orgoglioso perché ancora una volta stiamo dimostrando un grande senso di responsabilità, di attenzione e operosità verso la comunità tutta”, ha esordito il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “Tra le cifre dei dolorosi bollettini Covid, cui siamo tristemente abituati, oggi possiamo annunciare, finalmente, anche i numeri di un contagio buono, che fa bene al Paese, quello della generosità degli imprenditori.

Carlo Bonomi durante un’assemblea di Confindustria

Lo progetto di Confindustria per il vaccino Covid-19

Il progetto per somministrare il vaccino direttamente nei luoghi lavorativi, condiviso con il Commissario Straordinario all’emergenza, Generale Figliuolo, ha visto una rapida messa a punto da parte di Confindustria del questionario per raccogliere celermente le ipotetiche aziende partecipanti, insieme a tutti i dettagli delle stesse. Anche se il questionario aveva una mera funzione informativa e in nessun modo obbligava poi le aziende a fornire effettivamente gli spazi e a partecipare alla campagna vaccinale, il risultato è comunque straordinario poiché, oltre ad essere foriero di un forte spirito di coesione e di responsabilità da parte delle aziende, potrebbe davvero rappresentare un punto di inizio per il cambio di passo della campagna vaccinale, ancora non decollata del tutto a livello nazionale.

L’adesione ha investito tutto lo stivale: il 75% delle imprese sono dislocate nel nord del Paese, il 13% al centro e il 12% tra il sud e le isole. Inoltre, nell’85% dei casi, si tratta di imprese del Sistema Confindustria, ma si sono candidate anche realtà al di fuori dal perimetro associativo. Hanno risposto all’appello tutti i settori, mettendo a disposizione i capannoni, gli uffici, i terminal aeroportuali, i porti, le stazioni ferroviarie, gli alberghi, gli ippodromi e le palestre. Si tratta di oltre 10mila locali offerti anche per periodi superiori a 3 mesi.

Lo slancio della campagna vaccinale per la ripresa dell’Italia

A questo punto, in attesa di un protocollo nazionale per le vaccinazioni in fabbrica (per ora ci sono solo iniziative regionali), l’auspicio di Confindustria è quello di attivare rapidamente la rete capillare di imprese che ha offerto la propria disponibilità non appena la fornitura di vaccini sarà adeguata. Migliaia di comunità di lavoratrici e lavoratori potrebbero così essere vaccinate simultaneamente, rafforzando la rete nazionale e accelerando in maniera decisiva la corsa verso l’immunità diffusa. Spetterà poi al Commissario straordinario provvedere ad individuare le realtà da coinvolgere in via prioritaria.

“Hanno aderito le grandi aziende con decine di sedi e migliaia di dipendenti, ma anche le centinaia e centinaia di piccole e medie imprese che formano il fitto reticolo imprenditoriale che anima la nostra economia”, ha infine concluso Bonomi. “Da questa campagna emerge, ancora una volta, l’immagine di un’Italia unita nelle imprese – la spina dorsale del Paese – capace di far fronte comune mettendo al primo posto la vita e l’orgoglio di servire l’Italia”.

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