La Uiltrasporti, tra le principali sigle sindacali del settore, ha riacceso i riflettori sulla questione dei lavori usuranti all’interno del mondo dei trasporti, una tematiche cruciale, che tanto impatta sulla qualità della vita di numerosi addetti. E lo ha fatto attraverso le parole del suo Segretario Generale, Claudio Tarlazzi. «La discussione intorno all’elenco dei lavori gravosi e usuranti non può lasciare indietro le moltissime attività dei trasporti che hanno queste specifiche caratteristiche», ha esordito. «Penso ai lavoratori marittimi e portuali, ai conducenti delle metropolitane, al personale di manovra ferroviaria e ai macchinisti di treno, agli addetti dei trasporti a fune e quelli del carico e scarico dei bagagli del settore aereo, ma anche ai dipendenti delle imprese funebri. Questi lavori hanno tutte le caratteristiche dei lavori usuranti o gravosi, ma soprattutto incrociano tutti direttamente la questione della sicurezza sul lavoro».

Lavori usuranti, un nodo delicato per il mondo dei trasporti

La disciplina sui lavori usuranti, che tutela i lavoratori dipendenti impiegati in attività ritenute particolarmente gravose e impattanti sul fisico di chi le svolge, è stata introdotta 13 anni fa, con il D.L 67/2011 del 2008. In sostanza, in base a specifici criteri studiati dal legislatore e indicati nel suddetto D.L (e modificati in senso migliorativo in seguito all’approvazione di altri importanti leggi, come la Fornero nel 2011 o quelle di bilancio 2017 e 2018), i lavoratori in questione possono anticipare l’età pensionabile. Tra di loro figurano, per esempio, gli addetti agli altiforni, alla costruzione o alla manutenzione di gallerie e di cave, i lavoratori notturni ecc. Ma non numerosi operatori del settore dei trasporti, come indicato da Tarlazzi

«Questo tema – ha proseguito il Segretario – è per noi fondamentale, non possiamo permetterci di rinunciare al riconoscimento di queste attività come gravose o usuranti soprattutto con la consapevolezza che si tratta di attività dove il rischio di infortuni è molto alto e in molti casi l’aspettativa di vita è ridotta. Ci aspettiamo che tutti questi lavori vengano ricompresi nell’elenco dei lavori usuranti/gravosi, in caso contrario ci sarà la necessità di una mobilitazione del settore trasporti. La qualità del lavoro e la sicurezza sono questioni davanti alle quali non possiamo permetterci di arretrare di un solo passo. I fatti di cronaca di questi giorni sono solo l’ultima dimostrazione che ancora oggi nel nostro Paese si muore di lavoro, una strage che dobbiamo assolutamente fermare mettendo in campo tutti gli strumenti necessari».

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