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Sustainable Tour 2021: l’intermodalità come valore aggiunto per un trasporto sostenibile. Sarà questo il tema del dibattito che si terrà all’Interporto di Bologna il 14 settembre e che metterà insieme pubblico presente, diretta streaming e truck in passerella.

Alle 14.30 di martedì 14 settembre, nella palazzina One Express all’interno dell’Interporto di Bologna, si terrà il secondo appuntamento del Sustainable Tour 2021 (il ciclo di incontri organizzato dalla nostra testata insieme a Trasportare Oggi in Europa) che, come già quello tenutosi l’anno scorso, sempre in settembre, all’Interporto d’Abruzzo, prevede l’esposizione degli ultimi modelli Iveco e Mercedes Trucks, sponsor dell’iniziativa insieme a Alis, Vdo e Zf.

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Sustainable Tour 2021, il trasporto intermodale come valore aggiunto

Tema del dibattito della terza tappa del Sustainable Tour, l’intermodalità come valore aggiunto per un trasporto sostenibile. Concetto, quello di sostenibilità, che appare per la prima volta a Oslo nel 1987 nel rapporto della Commissione internazionale indipendente su ambiente e sviluppo dal titolo ‘Our common future’, meglio noto come ‘Rapporto Brundtland’ (dal nome della presidente norvegese della Commissione): «Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali sono resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali».

Emerge quindi l’importanza di un patto intergenerazionale, che può essere garantito solo ispirandosi ad un modello di sviluppo equo. La parola sostenibile si riferisce a un modello di società nuovo, nella quale la qualità della vita è collegata a quella dell’ambiente, che se degradato porta a impoverimento e declino.

Gli obiettivi fissati dall’UE per il 2030

In quest’ottica, anche i trasporti, che contribuiscono significativamente alle emissioni, devono contribuire al raggiungimento dei tre obiettivi fondamentali fissati per il 2030 dalla Ue: riduzione almeno del 40 per cento delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), una quota di energia rinnovabile almeno del 27 per cento, e di almeno altrettanto di efficienza energetica. Impegni definiti dall’Ue come implementazione del pacchetto energia-clima che perseguono, al 2050, la diffusione di modelli economici a basse emissioni di carbonio e di azioni mirate nel settore dell’energia.

Ciò obbliga a ripensare l’efficienza del trasporto come condizione fondamentale per la sostenibilità ambientale e economica. L’interporto comefulcro del sistema In questa visione, l’intermodalità acquisisce un ruolo fondamentale, con gli interporti che ne rappresentano il fulcro vistane la vocazione allo scambio modale e all’interconnessione fra le reti. Scambio in cui, se si integrano almeno due diverse modalità di trasporto, si forma la cosiddetta catena porta a porta. E in cui il ferro-gomma ne è l’interprete migliore.

Un sistema complesso

Come evidenziato nel Piano strategico della portualità e della logistica, l’interporto è una struttura complessa, che si colloca al centro della supply-chain e che è in grado di accogliere non solo imprese di trasporto e logistica, ma anche aziende specializzate in lavorazioni differenti (imballaggi, assemblaggi, etichettature). L’interporto può essere definito anche come un centro intermodale energetico, dove oltre agli idrocarburi sono situare fonti energetiche quali: l’Lng, l’idrogeno e l’elettrico.

Sistema energetico che è chiamato a dare risposte a nuove sfide, cambiamenti climatici e ambiente, che si affiancano a quella tradizionale di alimentare crescita e progresso. E se la diffusione dell’e-commerce e l’urbanizzazione hanno reso la City logistics un tema sempre più rilevante e attuale, l’interporto si propone anche come incubatore di start-up e di progetti green per ottimizzare l’ultimo miglio su parametri come traffico-ambiente, congestione, sicurezza e risparmio energetico.

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