L'ABUSIVISMO DELL'ULTIMO MIGLIO

Più controlli su abusivismo, cabotaggio e corresponsabilità. Sono gli elementi positivi dei dati sulle attività della Polizia stradale nel biennio 2015-2016 e del 1° semestre del 2017, presentati alla Commissione per la Sicurezza stradale nell’autotrasporto lo scorso 26 settembre presso il Ministero dell’Interno.

Qualcosa sui controlli si sta muovendo, anche se per contrastare in modo davvero efficace il far west che continua a imperare sulle nostre strade ci vorrebbe ben altro. Fotografia della Polstrada che però non riesce a inquadrare una fase del trasporto di cruciale importanza, perché non di sua competenza: l’ultimo miglio, il ciclo delle consegne in area urbana. Che sfugge alla Polstrada, ma è intercettabile dalla Polizia locale.

Dopo le piattaforme logistiche, liberi tutti

«C’è un buco nei controlli, non tanto nella norma che è la stessa indipendentemente dalla dimensione dei camion. Mentre i tir che fanno le linee nazionali e internazionali su arterie a grande scorrimento sono controllati dalla Polstrada, magari in modo insufficiente ma piuttosto importante, i furgoni che fanno l’ultimo miglio, e anche il primo, nessuno li controlla. La Polstrada non li intercetta in città e nelle prime periferie, mentre i vigili urbani si limitano di solito allo stesso tipo di controllo che fanno sulle vetture. Tralasciando quelle di norma sui tir: autorizzazioni, regolare iscrizione all’Albo e personale in regola. E lì si annida un abusivismo preoccupante», spiega il vicepresidente dell’Albo degli autotrasportatori e segretario di Fiap, Silvio Faggi.

Il controllo, insomma, termina nelle piattaforme logistiche insieme al viaggio dei tir. Da quando la merce nei magazzini in periferia delle città viene spostata sui furgoni, spesso quelli fino a 3,5 tonnellate, i controlli risultano quasi assenti. E il far west diventa pressoché totale.

L'ABUSIVISMO DELL'ULTIMO MIGLIO

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