Prima la progressiva chiusura degli impianti, dettata non tanto da rivendicazioni sindacali o associative quanto piuttosto dalle difficoltà economiche, e ora l’annuncio: i benzinai, a causa della complicatissima situazione in cui versano centinai di impianti, sciopereranno da lunedì 14 dicembre fino alla mattina di giovedì 17 dicembre. Nell’aria da settimane la risoluzione è stata data in un comunicato congiunto dalle Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio e riguarderà sia i distributori sulla rete ordinaria che sulla rete autostradale.benzinai

Le richieste dei benzinai non sono state ascoltate

Le associazioni di categoria fanno sapere che la decisione della serranda tra il 14 e il 17 dicembre «si è resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi “Decreti Ristori”». Un appello, quello delle organizzazioni, che era già stato fatto a novembre, nel pieno della seconda ondata, ma che non ha dato i risultati sperati nemmeno con il Decreto Ristori-Ter.

Una categoria, quella dei benzinai, che «è ancora in attesa, da luglio scorso dei suoi Decreti attuativi che avrebbero consentito ai gestori di beneficiare concretamente di provvedimenti assunti nella fase precedente».

Danni pesanti in un momento di ripresa

Le ripercussioni in primis saranno pesantissime per tutto l’autotrasporto, già in difficoltà a causa dei punti di ristoro non aperti su tutte le vie di comunicazione dopo le 18.00 e nel pieno dell’attività, con i divieti di circolazione sospesi duranti i periodi festivi proprio per garantire la continuità degli approvvigionamenti.

Ma gli effetti si riverseranno a cascata anche su tutto il tessuto economico: lo sciopero cadrà infatti in concomitanza con il periodo prenatalizio, con il passaggio di numerose regioni in “zona gialla” e il conseguente aumento degli spostamenti, soprattutto per quanto lo shopping e i consumi, volano di fine anno per tentare di risollevare almeno parzialmente le sorti delle attività commerciali, duramente colpite dalle misure contenitive.

Un’attività essenziale per la collettività. Ma senza aiuti

Essendo poi la distribuzione dei carburanti classificata come servizio pubblico essenziale e quindi considerata come attività da garantire con continuità e regolarità nell’interesse della collettività, le organizzazioni di categoria hanno sottolineato «come i Gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l’attività di distribuzione a disposizione del pubblico».

Alla chiusura progressiva delle attività dei benzinai, sia per mancanza di liquidità che impossibilità ad acquistare nuove forniture di carburanti, seguirà «il progressivo fallimento delle piccole imprese di gestione, con riflessi drammatici sui livelli occupazionali del settore che dà lavoro a quasi 100.000 persone» tuonano le associazioni.

Nella consapevolezza che una tale azione di protesta potrebbe causare ulteriori disagi al Paese – conclude la nota sindacale- anche per l’imminente periodo di festività, la Categoria è comunque impegnata a sollecitare il Governo perché assuma impegni che appaiono del tutto equi e ragionevoli

In primo piano

Articoli correlati