Dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono in arrivo ben 9,2 miliardi destinati allo sviluppo di porti e logistica. Anche, se non soprattutto, nell’ottica di promuovere la transizione ecologica. Il dettaglio degli investimenti in un Rapporto, “Investimenti e Riforme del PNRR per la Portualità”, pubblicato oggi, 18 ottobre, proprio dal MIMS e discusso dal ministro Enrico Giovannini. Qui il link al Rapporto completo.

Il PNRR per porti e logistica in Italia: il dettaglio

Complessivamente – informa il Ministero – sono previsti interventi in 47 porti localizzati in 14 regioni e di competenza di 16 Autorità di Sistema Portuale (AdSP). Il 46,9% degli investimenti va ai porti del Mezzogiorno, il 37,7% a quelli del Nord e il restante 15,4% a quelli del Centro Italia. A livello regionale, i porti della Liguria e della Sicilia sono i principali beneficiari: alla Liguria sono stati assegnati circa 2,7 miliardi di euro, di cui 600 milioni per la nuova diga foranea di Genova, alla Sicilia circa 1,1 miliardi. Gli investimenti sono accompagnati da numerose riforme riguardanti l’organizzazione delle attività portuali, la semplificazione e la digitalizzazione delle operazioni logistiche, le regole del trasporto marittimo.

Nel Rapporto vengono anche descritte le numerose riforme, alcune delle quali previste dal PNRR, attuate o avviate nell’ultimo biennio: da quella per la semplificazione della pianificazione portuale a quella per la ridefinizione dei processi per l’aggiudicazione delle concessioni portuali, dalla normativa per l’efficientamento energetico dei porti e gli interventi di cold ironing, con l’attribuzione ai porti della qualifica di “comunità energetiche”, alla riorganizzazione dello sviluppo della Piattaforma Logistica Nazionale per la rete dei porti e degli interporti.

Il commento del ministro Giovannini

“Il sistema portuale è uno dei pilastri strategici della nostra economia”, ha detto il ministro Giovannini. “Gli investimenti senza precedenti sulla portualità e le numerose riforme degli ultimi 20 mesi mettono i porti italiani in grado di competere meglio a livello internazionale. Ai numerosi interventi sulle infrastrutture materiali di porti, retroporti e Zone Economiche Speciali, nonché per i collegamenti stradali e ferroviari, si affiancano quelli sulla transizione ecologica e la digitalizzazione della logistica, in linea con le esigenze del settore del trasporto marittimo e terrestre”.

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“L’auspicio – ha aggiunto il numero uno del MIMS – è che pianificazione strategica, investimenti infrastrutturali e riforme siano realizzati anche nel prossimo futuro con una logica sistemica e di piena integrazione degli interventi sui porti con quelli che riguardano le altre infrastrutture del Paese e il sistema logistico complessivo. Con le ulteriori risorse della programmazione europea e nazionale si dovrà continuare a investire nello sviluppo delle zone portuali e retroportuali, soprattutto nel Mezzogiorno, per renderle sempre di più aree di produzione, e non solo di transito delle merci e dei passeggeri, come dimostra l’esperienza dei grandi porti europei”.

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