L’ADAC, associazione automobilistica tedesca, nel mese scorso ha reso noti i risultati di uno studio riguardante 160 modelli di pneumatici di tutte le marche. Dall’analisi è emerso un dato inequivocabile: quelli Michelin emettono il 26% in meno di particelle rispetto alla media dei concorrenti premium. Fra l’altro, già nel 2021 uno studio aveva dimostrato la bontà dei pneumatici dell’azienda francese in tal senso. 

Questi risultati sono importanti soprattutto se pensiamo che Il trasporto su strada genera ogni anno, e soltanto in Europa, circa 500.000 tonnellate di particelle di usura provenienti dai pneumatici e dal manto stradale. L’obiettivo è chiaro: ridurre significativamente queste emissioni.

Particolato d’usura, Michelin avanti anche in ottica norma Euro 7

Da sottolineare, poi, che la norma Euro 7, approvata circa un anno fa, consentirà di misurare le emissioni complessive di particelle di usura per tutti i pneumatici venduti sul mercato europeo. E i pneumatici che non soddisfano i requisiti non potranno più essere commercializzati.

Michelin lavora da anni per ridurre l’abrasione dovuta al contatto tra il pneumatico e la strada, sviluppando così innovazioni che hanno ridotto le emissioni: ben 786 i milioni di euro investiti tra ricerca e sviluppo, soltanto nel 2024, dall’azienda francese.

Da non dimenticare, poi, la creazione di un laboratorio – il BioDLab – la cui missione è di comprendere meglio il bio-deterioramento delle particelle di usura e al contempo sviluppare strumenti per proporre soluzioni concrete al fine di renderle assimilabili dall’ambiente.

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