Di fronte alla crisi Covid-19, che con l’arrivo dell’autunno purtroppo si sta acuendo in tutto il continente, l’autotrasporto ha bisogno di urgenti misure armonizzate e proporzionate sulle restrizioni che potrebbero colpire i viaggi interni e transfrontalieri.

Lo hanno scritto nero su bianco le maggiori associazioni di categoria del settore. Lo hanno fatto in una lettera congiunta che hanno inviato questa mattina in vista della prossima riunione del Consiglio europeo. Consiglio in cui saranno discusse le questioni più urgenti da affrontare da parte dell’Unione.

L’intento è evitare chiusure frammentarie delle frontiere sulla base di criteri molto diversi per la valutazione del rischio.

Vi riportiamo le parole del Presidente di Confartigianato Trasporti e Vicepresidente UETR, Amedeo Genedani.

“Le imprese di autotrasporto comprendono la necessità dell’introduzione di misure e controlli per contenere il virus. Ma, come già avvenuto per le proroghe di validità di patenti e attestati, anche tali misure devono essere armonizzate in tutti i paesi dell’UE. Soprattutto, non devono essere sproporzionate, in modo da non bloccare il flusso delle merci e gli operatori che ogni giorno lo garantiscono”.

Covid 19

Covid-19, l’autotrasporto non può permettersi chiusure frammentarie

La lettera è stata inviata alle massime cariche istituzionali europee. Tra queste:

  • la Presidente della Commissione europea Von der Leyen
  • il Presidente del Consiglio europeo Louis Michel
  • il Commissario europeo al Mercato Interno e Piccole Medie Imprese T. Breton

L’autotrasporto, da un parte sostiene “pienamente le misure per contenere la diffusione del virus e la necessità di un’azione da parte dei governi nazionali per proteggere i propri cittadini”. Dall’altra, sottolinea che “le azioni di alcuni governi nel mantenere le maggiori restrizioni sui cittadini europei che si spostano da altri stati membri dell’UE possono spesso sembrare casuali e, in ultima analisi, dannose per l’economia europea”.

Ed è proprio per questo che, secondo le sigle firmatarie dell’appello, “non ha molto senso in termini di contenimento del virus impedire i viaggi da un altro Stato membro con un livello di infezione simile se lo Stato membro che intraprende tale azione consente ancora di viaggiare entro i suoi confini”.

L’impatto sulla libera circolazione di beni e di servizi potrebbe essere devastante

Tali restrizioni incidono anche sulla libera circolazione di beni e servizi. All’inizio della pandemia, abbiamo visto prodotti, prodotti e fornitori di servizi essenziali bloccati laddove i confini erano quasi completamente chiusi o le persone che fornivano queste forniture e servizi erano soggette a restrizioni irragionevoli.

Durante la prima ondata di marzo/aprile che ha visto restrizioni indiscriminate andare ad impattare sulla libera circolazione di beni e servizi, l’UE si è mossa rapidamente per revocare la maggior parte di queste restrizioni. Tuttavia, secondo l’autotrasporto europeo, bisogna “garantire che in qualsiasi nuova grande ondata di infezioni venga adottato lo stesso approccio comune basato su regole” precise che tengano aperte le catene di approvvigionamento.

Le richieste dell’autotrasporto europeo per far fronte comune contro il Covid-19

“L’attuale incertezza su una nuova ondata di infezioni – conclude la missiva – necessita di un nuovo intervento a livello dell’UE. Chiediamo quindi alla Commissione e ai leader europei di cercare di concordare rapidamente le idee esposte nella bozza di raccomandazione e di applicarle in modo coerente nel loro stato membro”. Tutto ciò in modo che ci siano:

  • Procedure e tempistiche comuni per avvisare i cittadini dei cambiamenti nei paesi da e verso i quali è necessario limitare i viaggi
  • Criteri armonizzati per l’attivazione di tali restrizioni
  • Criteri armonizzati per la scelta da e verso quali Stati membri viaggiare devono essere limitati
  • Definizioni comuni di una crisi sanitaria che richiede restrizioni alle frontiere.

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