Nel rinnovo del parco veicolare, nonostante la spinta che i produttori stanno infondendo nello sviluppo di veicoli pesanti con trazioni alternative, a farla da padroni ci sono sempre loro: i veicoli diesel con motorizzazioni Euro 6 di ultima generazione. Una tipologia di alimentazione, quella Euro 6 con gasolio, ancora amata dall’autotrasporto nostrano tanto che, per l’ennesima volta, i fondi stanziati dal MIMS nel primo periodo di rendicontazione (1 ottobre – 15 novembre 2020, come indicato dal D.M. 12 maggio 2020 n. 203) per coprire gli investimenti effettuati dalle imprese per il rinnovo veicolare in questa categoria non bastavano.

Il dicastero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili è quindi corso ai ripari, rimodulando le cifre stanziate che, per quanto riguarda le altre tipologie di veicoli finanziabili (acquisizione di veicoli a trazione alternativa, rimorchi e semirimorchi, casse mobili e portacasse) erano perfino in eccesso. Perciò il decreto dirigenziale del 26 maggio 202, firmato da Vincenzo Cinelli (Direttore Generale per l’Autotrasporto), è andato a favorire gli investimenti di tutte quelle imprese che in un primo momento erano rimaste fuori dal contatore, costantemente aggiornato sul sito di RAM, la società in-house del ministero preposta alla gestione dei finanziamenti per il rinnovo del parco veicolare..

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I contatori delle diverse categorie previste per gli investimenti, in data 1/06/2021

Investimenti 2020, un sospiro di sollievo per le imprese che erano rimaste fuori

In particolare, come ha riportato Conftrasporto, è stato previsto di utilizzare il totale delle risorse avanzate, pari a 10.398.510 euro, per pagare tutti gli investimenti giudicati ammissibili per l’acquisizione di nuovi veicoli Euro 6, in eccesso di 8.440.120 euro sullo stanziamento iniziale. Quindi ora, a tutti gli effetti, si può dire che la “fame” di nuovi veicoli espressa dalle aziende di autotrasporto nostrane è stata pienamente soddisfatta poiché anche le imprese che non erano entrate in graduatoria, grazie alla rimodulazione degli investimenti, sono comunque rientrate tra quelle ammesse a ricevere gli investimenti. Inoltre, proprio perché si è trattata di una rimodulazione di fondi già esistenti, come ha specificato il MIMS, dall’attuazione del decreto non sono derivati nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Come indicato sulla relativa pagina di RAM, ai sensi dell’art. 2 del Decreto n° 145 del 7 agosto 2020, la fase di prenotazione è finalizzata all’accantonamento dell’importo astrattamente spettante alle singole imprese richiedenti l’incentivo sulla sola base del contratto di acquisizione del bene oggetto dell’investimento allegato al momento della proposizione della domanda. L’entità delle risorse disponibili per ognuna delle singole aree viene aggiornata periodicamente anche a seguito di eventuali scorrimenti della graduatoria. In caso di esaurimento delle risorse le domande vengono accettate con riserva ai fini dell’eventuale scorrimento dell’elenco degli istanti. Gli importi risultanti dai contatori pertanto rappresentano una stima complessiva degli incentivi massimi erogabili per tipologia di investimento. Ai fini del riconoscimento dell’incentivo effettivamente spettante per ciascuna impresa si procederà, entro i termini previsti dal Decreto n° 145 del 7 agosto 2020, alla verifica dei costi rendicontati ed alla sussistenza dei requisiti previsti per gli investimenti.​

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