Con la crisi Ucraina che ha stravolto il prezzo delle commodities, dal grano ai concimi, in alcune pompe di carburante anche il gasolio è arrivato a sfondare la soglia psicologica dei 2 euro al litro (non servito), facendo toccare all’andamento storico del carburante in questione un nuovo preoccupante record, dopo l’impennata vertiginosa già registrata a gennaio e febbraio 2022. Le conseguenze, ancora una volta, si sono riversate in primis sulle imprese di trasporto, alle prese con costi insostenibili, in alcuni casi difficilmente arginabili dalle (pur buone) misure previste dal MIMS (qui la nostra intervista alla viceministra Bellanova), dopo il via libera ottenuto al tavolo della scorsa settimana con le più grandi associazioni di settore. A lanciare il nuovo allarme – questa volta riguardante non solo i drammatici rincari del gasolio, ma anche le prime avvisaglie di carenza del carburante nella rete distributiva italiana – è, ancora una volta, Ruote Libere, la sigla che riunisce i piccoli imprenditori del trasporto in conto terzi.

Gasolio sopra i 2 euro al litro, l’autotrasporto a rischio

“Non solo, inizia a emergere con preoccupante evidenza un concreto rischio di carenza di carburante, scenario sconvolgente, rappresentato quest’oggi a diversi associati di Ruote Libere in diverse località di Italia”, ha esordito Cinzia Franchini, portavoce dell’associazione di categoria. “Chiediamo ancora una volta al ministro Giovannini un intervento urgente per mettere un freno a questa corsa senza fine del prezzo dei carburanti. Una escalation che sta causando effetti devastanti sulle aziende di autotrasporto.

Per Franchini “i rischi sono diversi: dal blocco della merce causato dal fermo tecnico degli autotrasportatori non più in grado materialmente di mettere in moto i propri autocarri, alla chiusura di migliaia di imprese, piccole e grandi, ugualmente accumunate dalla insostenibilità della situazione venutasi a creare. Parallelamente si apre un pericolosissimo orizzonte economico, una sorta di discount delle imprese di autotrasporto in ginocchio e aggredibili dalla malavita organizzata”.

Come già ribadito negli ultimi mesi (in cui non sono mancate le critiche nei confronti degli stanziamenti previsti dal MIMS) per Ruote Libere “occorre abbassare subito il peso delle tasse sul gasolio”, possibilmente attraverso “un “prezzo politico del carburante” con la riduzione delle accise”. Problematiche su cui stanno iniziando a puntare i riflettori anche le associazioni di categoria che fanno parte di Unatras, l’Unione che proprio la scorsa settimana aveva concluso le trattative col MIMS per i ristori al settore dell’autotrasporto (istituendo, tra le altre cose, un tavolo permanente per monitorare le questioni più scottanti del comparto). In conclusione Ruote Libere ha ribadito che “ora è tempo di pretendere interventi veri. L’alternativa il definitivo colpo di grazia di un settore che ancor oggi vale diversi punti del Pil italiano e sul quale si regge l’economia stessa del Paese”.

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