Unatras, la sigla che riunisce diverse associazioni di settore, “ha convocato i propri organi decisionali per proclamare il fermo delle imprese di autotrasporto“. Questo è quanto emerge da una nota pubblicata nella giornata di oggi, 28 aprile, segno che il confronto avviato con il Governo (non più di 11 giorni fa, il 17 aprile, si è tenuta l’ultima riunione congiunta del famoso Tavolo dell’autotrasporto) non sta dando i frutti sperati. Ecco le motivazioni con cui Unatras ha preannunciato azioni di protesta.

Più vicino il fermo dell’autotrasporto italiano?

“Nonostante le promesse e gli impegni assunti dal Governo in questi mesi per l’autotrasporto italiano non si è mosso nulla, in mancanza di certezze la categoria è pronta alla mobilitazione”, scrive il coordinamento unitario delle imprese dell’autotrasporto. “Dall’inizio dell’anno le Associazioni di UNATRAS chiedono al ministro dei Trasporti Matteo Salvini e al viceministro Edoardo Rixi di attivarsi per lo sblocco di oltre 300 milioni di euro destinati alla categoria. Risorse economiche importati, già stanziate e approvate, ma mai rese disponibili. Ancora ad oggi, risulta svanita l’ipotesi prospettata di una soluzione normativa che garantisse di liberare i crediti incagliati relativi ai ristori 2022 per il rincaro del prezzo del gasolio e la spendibilità delle ulteriori risorse messe a disposizione dal Dl Aiuti quater e dalla Legge di Bilancio 2023, l’effettiva erogazione dei crediti relativi all’Adblue, la piena fruizione del credito d’imposta per il gas naturale liquefatto”.

“A rendere più grave la situazione – prosegue Unatras – si aggiunge il fallito intervento per sterilizzare la pretesa da parte dell’Autorità di regolazione dei trasporti del pagamento del contributo 2023 da parte dell’autotrasporto e i mancati pagamenti degli incentivi per investimenti e formazione delle annualità pregresse che migliaia di imprese ancora attendono”.

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