L’elettrico non sfonda. L’offerta cresce costantemente anche in qualità, tuttavia la domanda, complice soprattutto il prezzo d’acquisto del veicolo ancora eccessivo, stenta a decollare. Eppure l’elettrico è un’ottima soluzione per la città. La loro è una presenza silenziosa, quasi sottotraccia. Ma non è questo il motivo che ne limita la diffusione sul mercato.

Volkswagen e-Crafter
Il Volkswagen e-Crafter

Elettrico, una strada travagliata per i veicoli commerciali

In Italia in particolare, l’elettrico non attecchisce. O almeno, non quanto potenzialmente potrebbe in questi tempi di vivace propensione alla transizione energetica. Lasciamo perdere le autovetture, ma anche tra i veicoli da lavoro, furgoni e furgonette in primis, il peso degli elettrici a livello di vendite è del tutto trascurabile. E non c’è verso che decolli. Numeri ridotti all’osso, frenati dall’eccessivo costo d’acquisto dei veicoli, dall’autonomia di marcia limitata, dalla carenza di infrastrutture per la ricarica.

Numeri che tuttavia fanno a cazzotti con l’impegno e gli investimenti messi in campo dai costruttori, non proprio una ristretta cerchia, che nell’elettrico vedono una possibile alternativa, realisticamente praticabile per quel che riguarda almeno l’impiego sul famoso ultimo miglio.

Da Psa a Fiat, le new entry non mancano

Iveco, ad esempio, ha da tempo e per prima messa nel mirino questa tecnologia, realizzando già nel 2009 il Daily Electric, veicolo che, come già avvenuto per le altre motorizzazioni l’anno scorso, sarà rinnovato l’anno prossimo, probabilmente con batterie agli ioni di litio. E mentre Fiat affida le proprie chances al Ducato Electric, Psa con i suoi tre marchi (Citroën, Peugeot, Opel) e Mercedes, inseguono l’obiettivo di elettrificare al gran completo la propria linea di commerciali leggeri.

Per la Stella a tre punte, la prima tappa del progetto sull’elettrico si è concretizzata con il mid van e-Vito, oggi disponibile con trazione anteriore, in due passi e altrettante lunghezze, portata fino a 1.073 chili e 6,6 m3 di volume utile nel vano, spinto da un motore di 114 cavalli e 30,5 kgm di coppia, alimentato da batterie di 41 kilowattora capaci di garantire un’autonomia di 150 chilometri. Identico propulsore anche e-Sprinter, per il quale è prevista inizialmente l’unica versione furgone da 3,5 ton con tetto alto, ma con possibilità di scelta tra due moduli batteria: da 41 kilowattora per 115 chilometri di autonomia, oppure da 51 per 150 chilometri. Nel primo caso la portata è di 1.040 chili, nel secondo di 900.

Attinge invece alle sinergie di gruppo, marchio Volkswagen, l’e-Tge col quale Man si è affacciata nell’arena dei leggeri ampliando la propria offerta. Si tratta infatti di un modello che replica le caratteristiche dell’e-Crafter, potenza di 136 cavalli compresa.

Nissan e-NV200
Il Nissan e-NV200

Nissan e-Nv 200 XL Voltia va a testa alta

Per il marchio jap è il futuro delle consegne sull’ultimo miglio. Realizzato sulla base dell’e-Nv 200 (42 mila unità fin qui prodotte, di cui 10 mila vendute in Europa nel 2019), l’Xl Voltia combina il pianale allungato con un maggiore spazio in altezza, aumentando così del 90 per cento la volumetria rispetto al modello standard. In questo modo gli 8 m3 dichiarati agevolano le operazioni di carico e scarico, possibili anche stando comodamente in piedi all’interno. Per la serie, meno viaggi più efficienza.

Nissan e-Nv 200 Xl Voltia si avvale della tecnologia ispirata al sistema di propulsione Leaf. Dotato di batterie da 40 kWh, sfrutta la gestione intelligente della carica: la combinazione tra la modalità B (frenata rigenerativa) e quella Eco che regola la potenza consente infatti di aumentare l’autonomia di marcia.

elettrico
Daily Electric, l’apripista. Prima a credere nell’elettrico già nel 2009, Iveco si appresta a un totale rinnovamento della gamma Daily zero emission (a sinistra la versione più recente). Nelle altre foto, il Mercedes e-Sprinter e il Man e-Tge.

C’è anche Opel con Vivaro-e che si fa in tre

Arriva l’Opel Vivaro elettrico (ordini al via in estate, prime consegne entro l’anno) che si distingue dalla concorrenza per quella ‘e’ in coda al nome e non davanti, come usano i concorrenti. Opel Vivaro-e, dunque. La Casa del Blitz, uno dei marchi dell’universo Psa, lo declina, con pesi da 2,8 a 3,1 ton, in tre taglie (S con lunghezza di 4,6 metri, M di 4,9 e L di 5,3). Lo spazio, in funzione delle versioni, va da 4,6 a 6,6 m3 (con la possibilità di aumentare la capacità di carico ricorrendo all’apertura Flexi cargo), mentre la portata si spinge fino a 1.275 chili (130 in meno rispetto al Vivaro 2.0 diesel).

Interessante particolarità, Vivaro-e è l’unico elettrico equipaggiabile con gancio per traino fino a mille chili. Il motore, da 136 cavalli e 26,6 chilogrammetri di coppia, è alimentato da un pacco batterie di 75 kilowattora, oppure da 50 kilowattora, proposte con garanzia di 8 anni/160 mila chilometri.

elettrico
L’Opel Vivaro-e

Nel primo caso, l’autonomia di marcia dichiarata è di 330 chilometri, nel secondo scende a 230, sempre a fronte di una velocità massima di 130 all’ora controllata elettronicamente. I tempi di ricarica del veicolo (equipaggiato di serie con caricatore trifase di 11 kilowatt o monofase da 7,4) sono indicati dal costruttore in 30 minuti per un ‘pieno’ all’80 per cento delle batterie da 50 kWh, e 45 minuti per quelle da 75).

E per restare in tema, sfruttando la funzione Charge My Car dell’App Free 2 More si potrà accedere a 140 mila punti di ricarica in Europa. Disponibile anche come doppia cabina, pianale cabinato e trasporto persone, Opel Vivaro-e dispone di una dotazione di tutto riguardo che comprende tra l’altro Head up display, Lane keep assist, avviso di collisione anteriore e frenata d’emergenza. Sempre in casa Psa, anche Citroën e Peugeot si apprestano a lanciare gli elettrici e-Jumpy ed e-Expert. Arriveranno appena dopo l’estate.

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