DHL Express Italy, presentato al MUDEC lo studio di Nomisma sull’impatto economico dello spedizioniere
Il MUDEC ha ospitato l'evento organizzato da DHL Express Italy, dal titolo "Nuovi orizzonti nel commercio: l'arte di connettere il mondo". Oltre allo studio presentato da Nomisma, che ha analizzato l'impatto economico di DHL Express Italy, anche gli interessanti contributi di Marco Fortis e di alcuni clienti storici dell'azienda.

Lo splendido scenario del MUDEC – Museo delle Culture, ha fatto da cornice all’evento organizzato da DHL Express Italy, dal titolo “Nuovi orizzonti nel commercio: l’arte di connettere il mondo”.
Il termine connessione, come ben si evince, è stato il pilastro attorno a cui è ruotata l’intera serata. A sottolinearlo, già in apertura, la CEO di DHL Express Italia, Nazzarena Franco: “Noi connettiamo l’esigenza del mittente con quella del destinatario, un ruolo centrale in quella che possiamo definire l’era dell’iper connessione”.

DHL Express Italy e lo studio presentato da Nomisma
Dopo la breve introduzione iniziale, l’evento – cui abbiamo avuto il piacere di assistere direttamente dal MUDEC – è entrato nel vivo. Paola Piccioni e Sara Teghini, rispettivamente Project Manager e Advisor di Nomisma, hanno presentato lo studio sull’impatto economico di DHL Express Italy. L’analisi, basata su un approccio metodologico rigoroso che combina modelli input-output e interviste qualitative, ha fatto emergere numeri davvero importanti:
- Oltre 4,1 miliardi di euro di valore della produzione complessiva
- Da aggiungere a questi, 1,6 miliardi di valore aggiunto
- Nel 2024, supporto a circa 80 mila imprese
- Sempre nello stesso anno, gestione di circa 14 milioni di dichiarazioni doganali
- Circa il 49% dell’export extra-UE nel segmento delle spedizioni espresse viene gestito da DHL Express
Per fatturato:
- 1° posto sul totale delle imprese operanti nello stesso segmento di mercato
- 11esima posizione sul totale delle imprese del comparto logistica e trasporti
- 218esimo posto su 5 milioni di imprese attive in Italia
La voce dei clienti
A fare la differenza, tre concetti chiave che i clienti associano a DHL Express Italy: affidabilità, presenza internazionale e attenzione alle relazioni con i clienti. Questo si evince dallo studio di Nomisma e viene confermato anche dalle parole di Graziano Fumarola, CCO & Procurement di Ancorotti Cosmetics: “DHL è amico e partner ideale. Averlo incontrato sulla nostra strada ci ha dato energia vitale. Ci sono brand, nel mondo, che vengono a comprare i prodotti da noi e abbiamo bisogno che il campione della produzione venga approvato entro 24h: DHL ce lo permette. È dal 2012 che abbiamo scelto gli specialisti nel settore delle spedizioni. DHL, appunto”.
Giovanni Laricchiuta, Marketing & Innovation Manager di TAU Service, ha rincarato la dose, ponendo il focus anche sulla questione – sempre più centrale – della sostenibilità: “Faccio parte di un’azienda che è specializzata nel settore della distribuzione della componentistica industriale. DHL Express è sempre stata nostro partner nel campo delle spedizioni. Insieme, tra le altre cose, possiamo contribuire fattivamente alla sostenibilità ambientale”.

Il nuovo Made in Italy e le parole di Marco Fortis
Lo studio di Nomisma ha anche evidenziato le criticità dello scenario economico attuale e le prossime sfide da affrontare per il settore. I principali mercati di destinazione dell’export italiano, infatti, stanno attraversando fasi di incertezza: Germania e Stati Uniti su tutti. In parallelo, però, se ne stanno consolidando di nuovi: Turchia, Emirati Arabi Uniti, Brasile, Arabia Saudita e non solo.
Ed è proprio su questo che si è incentrato l’intervento del Professor Marco Fortis, Vicepresidente della Fondazione Edison e Presidente del Comitato Scientifico del Centro Studi Confindustria: “L’Italia è plurivaccinata contro i problemi che ci sono piovuti addosso e l’export ha fatto la sua parte. E se è vero che il PIL non è esploso, è vero anche che il patrimonio del Paese in 10 anni è cresciuto tantissimo. E questo è stato possibile grazie al commercio estero e grazie alle nostre imprese esportatrici. Così, oggi facciamo parte dei creditori mondiali, non più dei debitori. Il cosiddetto made in Italy non è più quello degli anni ’90, ma siamo stati capaci di reinventarci con la farmaceutica, la cosmetica e l’alimentare, che prima era in deficit ed invece negli ultimi 10 anni – grazie all’export di frutta, verdura, prodotti da forno e tanto altro – ci ha permesso di arrivare in surplus. Poi anche la meccanica: macchine, apparecchi, componentistica varia, e la moda, segmento che ci vede ancora protagonisti nel lusso e nell’alto design, non più nel mercato dei prodotti a basso costo”.
Il Professor Fortis ha poi aggiunto: “Dietro questa visione un po’ antiquata di un made in Italy in difficoltà, la situazione è diversa. Abbiamo perso esportazioni verso la Germania, un po’ anche verso gli USA, ma siamo rimasti allo stesso livello di prima grazie agli altri paesi e ai mercati in espansione come quelli menzionati prima. Ed in questo contesto un’azienda come DHL, in grado di fornire servizi di vendita eccezionali, da un grande contributo al made in Italy perché aggiunge ulteriore valore ad esso“.