A volte protestare per una semplice multa può costare caro. Anzi carissimo, a giudicare dai numeri emersi da una vicenda portata alla ribalta dalle cronache tedesche, che ha visto protagonista un malcapitato camionista “ribelle”, reo di aver alzato un po’ troppo la voce con le forze dell’ordine locali. Senza aver considerato, però, che le infrazioni nascoste nel suo cronotachigrafo erano numerose e potenzialmente foriere di ulteriori problemi. Cosa che poi, è puntualmente accaduta.

Per il camionista una protesta da 14.000 euro

Tutto ha inizio nel nord-ovest della Germania, non lontano dal bacino della Ruhr. Da quando lo stabilimento Opel di Bochum ha chiuso e parte dell’area è stata rilevata da un centro distributivo di Dhl, le strade del quartiere di Opelring sono infatti divenute il campo di una battaglia senza quartiere tra i residenti e gli autotrasportatori che, in attesa di entrare nel piazzale, ingombrano le strade circostanti.

Niente da stupirsi, quindi, per la polizia di Bochum per la chiamata che, lo scorso 19 gennaio, richiedeva un intervento: in Schickedanzstrasse un autotreno sostava da parecchie ore occupando per tutta la larghezza sia il marciapiede sia la ciclabile. Alla vista degli agenti, però, il camionista ha alzato la voce, commentando «ecco sono arrivati i parcheggiatori a reclamare il ticket di sosta» e rifiutandosi di spostare il camion. Risultato: al posto di verbalizzare la sosta sulla ciclabile (20 euro se pagati al momento), gli agenti hanno scelto di approfondire i controlli, chiamando l’unità mobile con il computer per leggere i tachigrafi.

E, confermata 30 giorni dopo dalla locale pretura, l’autista ha potuto “chiudere” la faccenda con un verbale da 14.200 euro, dato il numero di infrazione ai tempi di guida che gli agenti hanno rilevato scaricando gli ultimi 28 giorni dal tachigrafo digitale del mezzo. Unica soddisfazione: dell’enorme cifra, al municipio di Bochum sono andati solo i 20 euro della sosta, il resto è finito nelle casse della regione Nord-Reno Westfalia.

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