Affinché il sistema delle imprese di trasporti non crolli occorre tenere sotto stretta osservazioni la discriminante del tempo. Conftrasporto-Confcommercio, l’associazione di categoria che raccoglie oltre 30mila imprese di trasporti e logistica, lancia l’allarme. Per il vicepresidente Paolo Uggè, nonostante le risorse contenute nell’ultimo decreto per le aziende rappresentino indubbiamente un passo importante, c’è il “micidiale rischio di vederne crollare i propositi sotto il peso del tempo che passa”.

La lettera di Conftrasporto al Consiglio dei Ministri

Il commento del vicepresidente Conftrasporto arriva ad una settimana dalla lettera che la stessa associazione di categoria aveva inviato al premier Conte al Consiglio dei Ministri, e nella quale erano stati illustrati una serie di provvedimenti urgenti per il settore, dalla liquidità per le imprese alla moratoria fiscale e contributiva, passando per le misure di sostegno al reddito degli addetti colpiti dall’emergenza coronavirus.

“Fate presto, qui si rischia di non risolvere i problemi della gente e delle imprese – avverte Uggè . “La liquidità necessaria dev’essere messa a disposizione subito, se non si vuole che le attività, soprattutto quelle medio-piccole, chiudano per sempre. Le misure messe in campo da Germania e Svizzera sono le stesse che Conftrasporto invoca da giorni, inascoltata dal nostro esecutivo”.

Conftrasporto

Il decreto liquidità secondo Conftrasporto

“Il decreto per le imprese – prosegue poi Uggè – rischia di non curare il Paese e la sua muscolatura economica. Bisogna fornire risorse a fondo perduto per le micro aziende, alzare al 100% le garanzie e spostare al 2021 la sospensione dei contributi e dell’Iva”.

Il rischio delle garanzie non totali (in pratica lo Stato garantirebbe garanzie fino al 90% su prestiti fino al 25% del fatturato totale dell’impresa richiedente), secondo Conftrasporto potrebbe dare luogo ad un complessità burocratica che ne vanificherebbe la portata benefica, a causa degli enormi tempi di attesa tra le richieste e l’erogazione effettiva dei prestiti richiesti.

Il ruolo della BCE e l’esigenza di finanziamenti a fondo perduto

Uggè prosegue poi con un critica, nemmeno troppo velata, ai finanziamenti che lo Stato italiano riceve dalla Banca Centrale Europea: “Lo Stato si finanzia attraverso la BCE; allora perché far pagare interessi ai cittadini? Il tempo per le modifiche esiste, il Governo faccia uno sforzo ulteriore per recepire questo grido d’allarme”. Per Uggè, in casi di emergenza come questi, le istituzioni devono reagire come se si trovassero ad una calamità naturale “dando cioè soldi a fondo perduto”.

“Il Governo per l’emergenza sanitaria si è circondato di esperti ed eminenti scienziati che talvolta forniscono pareri molto contrastanti tra loro. Perché non si avvale, per i temi economici, di esperti industriali, logistici, banchieri ed economisti per provvedimenti che hanno la necessità di essere affrontati sentendo il parere di chi opera direttamente sul campo?”, conclude il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio.

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