La “fase 2” è ormai iniziata da una settimana, ma certe cose sembrano non cambiare mai: sono tornate infatti le code infinite al Brennero dovute all’aumento dei controlli a tappeto, effettuati da parte austriaca. A denunciarlo è ANITA, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di logistica e trasporto, sottolineando un triste fenomeno che avevamo già avuto di osservare pochi giorni dopo l’esplosione della crisi da Covid-19.

“Assistiamo di nuovo all’ennesima colonna chilometrica sul versante sud del Brennero per i mezzi pesanti che costringe gli autisti a sostare ai bordi dell’Autostrada A22, oltre a tutti gli atri disagi derivanti dall’emergenza Coronavirus”. Così esordisce la nota di ANITA in riferimento alla complicata giornata di venerdì 8 maggio.

ANITA

ANITA, “occorre un intervento radicale e risolutivo”

“Non riusciamo a capire come mai nonostante l’intervento di Bruxelles, che con i “green corridors” ha raccomandato a ogni Stato membro di garantire che i mezzi per il trasporto delle merci non subiscano ai confini soste oltre un massimo 15 minuti per i necessari controlli Covid, al Brennero continuano ad esserci rallentamenti che fanno sostare i mezzi pesanti per ore e ore”, dichiara il Presidente di ANITA Thomas Baumgartner.

La denuncia di ANITA arriva a poche settimane dal comunicato congiunto che varie associazioni di categoria europee, tra cui FAI-Conftrasporto a rappresentanza dell’Italia, avevano inviato all’UE per l’approvazione urgente del Pacchetto Mobilità 1, un importante insieme di norme finalizzate ad armonizzare l’intero settore dei trasporti, estremamente frammentato e con visioni molto diverse tra gli Stati membri. Tra le nazioni aderenti al comunicato congiunto sul Pacchetto Mobilità, incentrato su innovazione, digitalizzazione, energia pulita e trasporto sostenibile, non è presente l’Austria.

“E’ singolare che non appena aumenta il flusso del traffico merci al Brennero, in uscita dall’Italia, riprendano i controlli sanitari a tappeto, su tutti gli autisti, da parte austriaca – prosegue Baumgartner – il che fa pensare ad una strumentalizzazione dell’emergenza per bloccare l’economia italiana, così come ha fatto finora, utilizzando la motivazione ambientale. Ciò non è più tollerabile e merita una risposta altrettanto forte da parte del nostro Governo, per scardinare entrambe”. Per ANITA quindi “occorre un intervento radicale e risolutivo”.

ANITA

Richiesto l’intervento della ministra De Micheli

L’intervento tempestivo della ministra De Micheli durante le prime settimane di marzo, che aveva scongiurato la paralisi dei trasporti non solo verso l’Austria ma anche per la Slovenia, sembrava aver risolto il problema delle code chilometriche che avevano paralizzato l’A22 e provocato forti disagi ai nostri autisti. Sembrava, appunto: con l’inizio della fase 2 la situazione è tornata esattamente al punto di partenza, tra l’altro in un momento complicatissimo in cui, ancora una volta, è stato ribadito il ruolo fondamentale che l’autotrasportatore riveste all’interno del nostro contesto sociale. Quello dell’autotrasporto infatti è “un settore che va salvaguardato e messo al riparo da ogni forma di pretestuosi impedimenti da parte austriaca” ribadisce poi la nota ANITA.

“Chiediamo che la Ministra De Micheli intervenga affinché vengano ripristinate l’osservanza delle raccomandazione europee sui controlli sanitari ai confini – conclude infine il comunicato – e che vengano eliminate definitivamente tutte le limitazioni poste dal Tirolo al transito delle merci su strada, a partire dai divieti di transito di sabato, dal divieto di transito notturno al divieto settoriale. Occorre abbassare anche il pedaggio notturno dell’autostrada austriaca dal Brennero a Innsbruck al livello permesso dalle normative europee. Questo permetterebbe diluire il traffico sull’intero arco delle 24 ore facendo diminuire i picchi nelle ore mattutine”.

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