A gennaio 2022 il caro-carburanti ha subito una nuova drammatica impennata, con il gasolio che in alcuni casi ha a superato abbondantemente 1,7 € al litro e la benzina stabilmente sopra 1,8 € al litro. Un aumento, come ha sottolineato l’intero mondo associativo, che si è riversato in maniera preoccupante sull’autotrasporto, i cui costi di gestione sono schizzati alle stelle (un incremento medio di spesa stimato a 8.600 euro annui per mezzo pesante). Le imprese di settore, secondo Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici, parte di Confindustria), rischiano di essere messe in ginocchio a causa del dilagante caro-carburanti.

“Le piccole e medie imprese sono al collasso.” – ha dichiarato il Presidente della Sezione piccole imprese, consorzi e cooperative e Vicepresidente di ANITA Natale Mariella – “I costi per l’approvvigionamento di carburante rappresentano il 30% dei costi totali di gestione; ci sono realtà che rischiano di non poter andare avanti con prezzi così elevati”.

Anita, appello al Governo per il caro-carburanti

“Il Governo non può ignorare tale emergenza nella quale versano diverse imprese italiane ed ha il dovere di fornirci delle risposte concrete ed efficaci per fronteggiare in maniera definitiva una crisi economica di questa portata” – ha proseguito Mariella – “dal momento che in Italia circa il 70% delle merci viaggia su gomma, è compito delle istituzioni garantire una tutela adeguata alle imprese di un comparto così importante per l’intera economia nazionale”.

A seguito dell’aumento dei costi del gasolio Anita ha stimato un aumento del gettito fiscale pari a circa un miliardo di euro nell’ultimo anno, anche a causa della presenza delle accise che, nel caso del gasolio per autotrazione, rappresentano circa il 37% del costo totale. “Dobbiamo anche mantenere un dialogo sempre aperto e costruttivo con la committenza per garantire condizioni che permettano una leale e concreta concorrenza nel mercato dell’autotrasporto” – ha infine concluso Mariella.

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