Che la carenza autisti nel trasporto delle merci fosse un problema ciclico per la salute dell’intero comparto era una questione ormai risaputa, su cui erano tornate più volte negli ultimi anni anche associazioni di categoria internazionali. Come l’IRU che, tramite le parole di qualche mese fa del suo segretario Umberto de Pretto, aveva già ribadito quanto quello della mancanza di guidatori sia un «un problema che minaccia di mettere in crisi l’intero mondo della logistica». Una previsione che purtroppo già si sta concretizzando in Italia: a lanciare l’allarme questa volta è ANITA (l’Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici parte di Confindustria).

Carenza autisti, per ANITA è emergenza nazionale

Nella missiva che ha inviato al Governo e al Ministro del MIMS Giovannini non ci sono giri di parole e i toni sono decisamente preoccupanti: quella della carenza autisti dell’autotrasporto nazionale ed internazionale di merci su strada, viene sottolineato nella nota, «è oramai un’emergenza nazionale, e non solo» tanto che «la ripresa economica che ha seguito la grave crisi pandemica rischia ora di incepparsi perché le imprese del settore non riescono a trovare autisti per le proprie flotte e il problema non è soltanto nazionale, ma europeo».

«L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti», tuona Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA, l’Associazione del trasporto e della logistica di Confindustria.

A rischio l’approvvigionamento dei beni. E nel frattempo ANITA elenca una serie di proposte

«Le imprese di autotrasporto e logistica, in queste condizioni, rischiano di non riuscire a garantire l’approvvigionamento dei beni, compresi quelli di prima necessità – prosegue Baumgartner – ed è arrivato il momento di affrontare concretamente questa emergenza, con il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e l’avvio di una efficace azione per qualificare persone, anche disoccupate o coinvolte in situazioni di crisi aziendali che potrebbero essere collocate nel settore».

Per Anita andrebbe inoltre rivista completamente la formazione scolastica per allargare il bacino di potenziali interessati a intraprendere la professione di conducente professionale che non è più quella di venti anni fa. I veicoli di ultima generazione richiedono conoscenze di tecnologie più alla portata delle nuove generazioni e garantiscono maggiore sicurezza e sostenibilità ambientale.

In questo modo si supererebbe anche la questione dei costi legati all’ottenimento della CQC e della patente professionale che sono oggi certamente un ulteriore elemento deterrente per i giovani. Per far fronte alla drammatica carenza autisti, l’associazione di categoria ha poi puntato i riflettori sulle quote del decreto flussi da dedicare al settore. Il rischio, a questo punto, è quello di una nuova “tempesta perfetta” – che si affiancherebbe tra l’altro ai gravi nubifragi di questi giorni – con gravi ricadute su tutta l’economia nazionale.

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