Il mercato automotive è in profondo rosso a causa dell’emergenza Covid-19: il lockdown, che per quasi due mesi è stato pressoché totale in gran parte dell’Europa, ha dato origine ad un calo di vendite senza precedenti. Basti pensare che a marzo il mercato trucks con ptt superiore alle 3,5t ha registrato -40,5% di unità immatricolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E per quanto riguarda il settore delle automobile i valori, purtroppo, non sono molto differenti.

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La supply chain europea unita per la ripartenza post Covid-19

Attraverso quattro delle principali associazioni di categoria – CLEPA, ACEA, ETRMA e CECRA -, il settore automotive europeo questa mattina ha proposto un piano articolato in 25 punti fondamentali, rilanciati anche da ANFIA, per far fronte all’emergenza Covid-19 ed evitare così un tracollo dalle conseguenze devastanti, non solo per il settore ma per tutto l’indotto ad esso collegato.

Non va dimenticato infatti che il settore automotive, ad oggi, impiega in Europa più di 13.8 milioni di persone (il 6,1% del totale di lavoratori dell’UE), comprendendo anche un buona fetta del mondo manifatturiero. Quindi, se i benefici a livello occupazionale sono evidenti e incontrovertibili, altrettanto lo sono quelli a livello sociale: la tassazione sui veicoli a motore, infatti, genera un “tesoretto” di ben 440.4 miliardi di euro per le casse dei Governi. Cifre, queste, che mettono ancora più in evidenza i rischi a cui la pandemia globale ha esposto la nostra società.

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25 punti per rilanciare un settore fondamentale, ora in difficoltà

Le quattro associazioni di categoria che, in pratica, rappresentano l’intera supply chain automotive in Europa – dai componentisti e fornitori di pneumatici, ai produttori di autoveicoli, concessionari e operatori dell’autoriparazione – per il rilancio del settore hanno proposto un piano d’azione congiunto articolato in 25 punti che garantiscono la salute pubblica, minimizzino per quanto possibile l’impatto del virus sull’economia e mantengano la barra a dritta dei due obiettivi fondamentali che il settore, ormai da qualche anno, si è posto: la digitalizzazione e la decarbonizzazione della società, le vere sfide del ventunesimo secolo.

“In questo momento è di fondamentale importanza rimettere in moto l’intera catena del valore del settore automobilistico – sostiene Eric-Mark Huitema, Direttore Generale dell’ACEA, l’Associazione dei costruttori di automobili -. Abbiamo bisogno di un rilancio coordinato dell’attività industriale e del commercio al dettaglio, mantenendo la liquidità per le imprese. Dovranno essere adottate misure mirate per innescare gli investimenti e la domanda, la cui richiesta a sua volta stimolerà l’utilizzo della nostra capacità produttiva, salvaguardando posti di lavoro e investimenti”.

Oltre alle già citata convergenza verso misure di sicurezza che siano efficaci e uniformi per tutti i lavoratori del settore, le 25 raccomandazioni per il rilancio dopo il Covid-19 spaziano dalla necessità di esentare i trasporti dai blocchi doganali e, quindi, regolamentare e far convergere verso una pratica comune tutti i controlli alle frontiere, fino alla possibilità di riconsiderare in via del tutto eccezionale le regole sulla competizione attualmente vigenti nell’Unione Europea.

Ampio spazio è dedicato alle misure economiche che gli Stati dovrebbero dedicare al settore, favorendo l’acquisto di nuovi mezzi, in un’area caratterizzata da un parco veicoli piuttosto vetusto: in Europa le auto private hanno una media di 11.1 anni, i van di 11 e i veicoli commerciali addirittura di 12. Viene inoltre sottolineata l’esigenza di posporre tutte le consultazioni pubbliche non fondamentali di almeno due mesi. Nel dettaglio queste e altre proposte possono essere consultate sul documento che le quattro associazioni hanno condiviso questa mattina.

 

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