Brennero

Se la politica va a braccetto su entrambi i versanti del Brennero, come dimostrano le dichiarazioni d’intesa congiunte tra Tirolo austriaco e le province di Bolzano e Trento, non succede lo stesso con le associazioni. Col comunicato congiunto di fine aprile, Anita, Anfia e Unrae hanno mostrato aperto malumore sia per ciò che già avviene in Tirolo sia nei confronti di ciò che l’accordo all’interno dell’Euregio alpina pare prospettare.

Brennero, le alternative al ‘dosaggio’ non mancano

Iniziative unilaterali, come il sistema di dosaggio dei veicoli pesanti in Tirolo, non solo distorcono la concorrenza e contrastano col diritto Ue, ma sono controproducenti su traffico e emissioni nocive, come testimoniato dalle lunghe file di camion nei giorni di divieto», ha sottolineato il patron di Fercam, Thomas Baumgartner, nella sua veste di Presidente di Anita.
 Giusto per non far calare la tensione, Baumgartner mette nel mirino il piano di contingentamento ipotizzato dalla politica: «Il combinato strada-ferrovia è la soluzione che gli operatori già adottano da tempo e sulla quale occorre sempre di più puntare;  ma pensare che la sostenibilità del trasporto merci transalpino risieda solo nel trasferire le merci dalla strada alla ferrovia è limitativo e velleitario”.

Brennero

Per il mondo imprenditoriale italiano, si dovrebbe: eliminare il divieto di circolazione notturno e il dosaggio; estendere la navetta ferroviaria Ro-La anche alle auto nei periodi di punta; equiparare i traffici di transito a quelli con origine e destino nell’Euregio; potenziare i terminal intermodali strada-ferrovia; dare incentivi economici a chi punta su intermodale e carburanti alternativi (metano liquefatto); sperimentare il platooning o combinazioni ampliate dei carichi, tipo Ecocombi.

Proposte ribadite da Pierre Lahutte per Anita, che ha sottolineato come l’adozione di gas naturale, in particolare di biometano, può abbattere di oltre centomila ton/anno le emissioni di CO2 di un trattore per autoarticolato.

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