Era una misura che l’autotrasporto aspettava da tempo e che, con tenacia, aveva portato sui tavoli istituzionali in più di un’occasione. E ora è finalmente realtà: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, come annunciato in videoconferenza dalla De Micheli, ha pubblicato il tanto atteso decreto (il n.206) sui sui costi indicativi di riferimento dell’attività di autotrasporto merci.

«E’ una gran bella notizia per l’autotrasporto, ringraziamo la Ministra De Micheli per aver mantenuto l’impegno con la categoria su una misura fondamentale per il recupero di competitività e la tutela della dignità delle imprese di autotrasporto». Esprime così la propria soddisfazione il Presidente nazionale di Confartigianato Trasporti Amedeo Genedani.

autotrasporto

I costi di esercizio per l’autotrasporto sono finalmente realtà

La pubblicazione, sottolinea il Mit, avviene a conclusione di una vicenda che ha visto il decisivo contributo della Corte Costituzionale e dell’Autorità Antitrust, con il coinvolgimento degli stakeholders e che ha portato ad una rilevazione dei valori di riferimento dei costi di esercizio che definisce un sistema di forcelle il più ampio possibile, evitando di individuare valori dettagliati per ogni singola voce di costo medio, provvedendo invece ad aggregare le singole voci di costo omogenee.

La struttura delle tabelle

Come si può osservare dalla due tabelle pubblicate a corredo del decreto, l’impostazione metodologica utilizzata distingue quattro classi di veicoli con riferimento alla massa complessiva massima di ciascun veicolo (fino a 3,5 tonnellate, oltre 3,5 e fino a 12 tonnellate, oltre 12 e fino a 26 tonnellate, oltre 26 tonnellate) ed individua quattro voci di costo da associare alle forcelle di valori minimo-massimo, distribuite su 3 sezioni.

Inoltre, per quanto riguarda i veicoli di massa complessiva fino a 3,5 tonnellate, utilizzati per lo più nel trasporto di ultimo miglio in ambito urbano e con percorrenza inferiore ai 100 Km, pur essendo stati valorizzati i costi di riferimento, la remunerazione del servizio potrebbe essere riferita, vista la peculiarità dello stesso, al fattore tempo impiegato.

Non si tratta di obblighi per l’autotrasporto

Il decreto ribadisce anche la natura non cogente dei valori dei costi di esercizio e fa comunque riserva, dove necessario, di procedere con eventuali aggiornamenti dei valori dei costi. Il che, tradotto, significa che non si tratta di valori obbligatori per legge, piuttosto di indicazioni che dovrebbero inquadrare in un alveo legalitario le corrette pratiche economiche da parte delle imprese di autotrasporto

«Da anni perseguiamo questo obiettivo e adesso le nostre imprese tornano ad avere uno strumento che, se utilizzato correttamente, permetterà loro di ricevere la giusta retribuzione per i servizi svolti. Siamo convinti che l’applicazione dei valori – conclude Genedani – andrà a vantaggio della regolarità del mercato e della concorrenza leale tra operatori del settore, oltre che a salvaguardia della sicurezza sociale e stradale».

In primo piano

Articoli correlati