Dal mondo dell’autotrasporto arrivano venti minacciosi, dopo un anno che ha messo a dura prova autotrasportatori e imprese a causa della crisi pandemica. Una situazione di per sé già difficile sulla quale, nonostante le aperture al mondo associativo portate avanti dal ministro Giovannini si è abbattuto uno stillicidio di provvedimenti che, mese dopo mese, ha provocato grande malcontento in seno al comparto. Tanto da spingere il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè a convocare l’assemblea nazionale per affrontare i nodi cruciali. Che, già lo scorso mese, erano venuti al pettine con lo sciopero generale degli addetti al settore dei trasporti.

“Manifestazioni si estendono a macchia d’olio, la situazione è seria”, così esordisce Paolo Uggè, presidente della Federazione degli Autotrasportatori Italiani (Fai) che aderisce a Conftrasporto-Confcommercio, a commento della nota con cui ha convocato l’assemblea. Il settore dell’autotrasporto e tutta la società civile si stanno infiammando a causa delle restrizioni e della crisi economica. “A Roma, davanti al Parlamento, e poi a Napoli, Milano, Torino, mentre in diversi comuni del Bresciano sono annunciate dimostrazioni nelle prossime giornate – prosegue Uggè -. Lavoratori e imprenditori si stanno organizzando per indire momenti di protesta.”

Autotrasporto, la polveriera rischia di esplodere

“Nei trasporti e nella logistica non sono ripresi i confronti tematici sulle singole categorie – incalza Uggè – Il ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili Enrico Giovanni convoca riunioni fiume, e ciò è positivo, ma se non vengono affrontati i temi specifici, anche perché i viceministri e sottosegretari non sembra abbiano ancora ricevuto deleghe e le richieste avanzate dall’autotrasporto non sono state ancora considerate, il rischio che la categoria assuma azioni di protesta spontanea è fortemente presente”.

“Dall’autotrasporto siciliano a quello che opera nei trasporti internazionali, eccezionali, agli operatori ai quali vengono tassati i ristorni assegnati loro per i danni subiti per le conseguenze derivanti dalla situazione generatosi a Genova dopo il crollo del ponte Morandi, il malcontento è forte – spiega Uggè – Per non parlare della tassa che viene chiesta alle imprese del settore per mantenere l’Autorità dei trasporti, introdotta con un colpo di mano nel decreto legge su Genova, pur se estraneo per materia, e soprattutto perché il settore del trasporto merci su gomma non è regolamentato, fino ad arrivare ai paventati tagli sulle risorse destinate al settore”. “Senza un confronto, la protesta sarà inevitabile”, avverte il presidente di Fai-Conftrasporto.

Uggè, “confronto in tempi brevi”. Rischi crisi sociale

“La Federazione degli Autotrasportatori Italiani ha più volte evidenziato il rischio che, senza una attenta gestione, prima o poi la categoria, definita eroica a inizio emergenza e oggi ignorata, avrebbe assunto iniziative, anche in forma autonoma”, viene rimarcato nella nota associativa. “Richieste di attenzione che però sono state trascurate. Dopo innumerevoli segnali di insofferenza verso l’Esecutivo e numerose richieste di messa in stato di agitazione da parte di operatori associati, Fai-Conftrasporto ha deciso di convocare l’Assemblea generale che sarà indetta nei prossimi giorni”.

“Il passo successivo sarà l’apertura alle federazioni ‘consorelle’ per definire una posizione il più possibile unitaria – prosegue Uggè – Il Paese ha bisogno di molte risposte, ma non può subire le conseguenze di iniziative di protesta dell’autotrasporto”. “O si avvia un confronto in tempi brevi o la responsabilità non potrà che ricadere su chi, avendone la responsabilità, nulla ha fatto per superare le difficoltà evidenti nelle quali si trova un comparto essenziale per l’economia nazionale”, conclude il presidente di Fai-Conftrasporto.

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